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Lettera aperta al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Una ricetta in 15 punti.

di Paolo Razzuoli

Caro Renzi,

Lo straordinario successo del Pd alle recenti elezioni europee (e' dal lontano 1958 che un partito italiano non prende una percentuale di voti cosi' alta a livello nazionale), e' nello stesso tempo una straordinaria gratificazione ed una eccezionale responsabilita'.

Una gratificazione per te, a cui oggettivamente va ascritto il merito del successo. Ho sentito in televisione il tuo richiamo alla collegialita' della dirigenza del Pd. Un richiamo certo opportuno, ispirato a forte senso politico e ad apprezzabile garbo; tuttavia e' a mio avviso innegabile che il risultato e' il frutto nella fiducia che sei riuscito a conquistarti in ampi strati dell'elettorato, che va ben al di la' di quello che in questi anni si e' riconosciuto nel centro-sinistra.

Un elettorato amareggiato e impaurito, deluso da chi in questi decenni ha promesso riforme che puntualmente ha disatteso; un elettorato che spera che sotto la tua guida il Paese possa uscire dalle sabbie mobili in cui si e' infilato.
Una guida, la tua, che certo non puo' essere, come dici tu, quella di un uomo solo al comando, bensi' quella di un gruppo dirigente che assieme cresce, elabora, decide. SE riuscirai a far crescere una classe dirigente, sara' uno dei tuoi meriti da ricordare sui libri di storia, dopo decenni nei quali le mire egemoniche di questo o di quel leader, hanno dato la stura ad una miriade di partitini-persona, nei quali il vuoto assoluto ha costituito il terreno di coltura in cui uomini soli hanno preteso di sostituirsi a partiti organizzati e democratici.

Attenzione pero': di fatto hai giocato a porta vuota. I tuoi veri competitori sono infatti risultati o il "nulla ormai inaffidabile" di Forza Italia, guidata da un leader ormai poco piu' che una larva di cio' che era, o la "rabbia furiosa, isterica e distruttiva" del movimento di Grillo, da cui per fortuna gli italiani si fanno sempre meno incantare.

Se e' vero che le elezioni del 25 maggio sono state celebrate per il rinnovo del Parlamento Europeo, a nessuno puo' certo sfuggire il loro significato politico in chiave nazionale. Credo che tu lo sapessi anche quando, forse per scaramanzia, nei giorni antecedenti le elezioni lo negavi.

Anzitutto alcune brevissime riflessioni sull'Europa.

Rispetto al montante euroscetticismo, e a volte eurofobismo, tu hai detto che andrai alle istituzioni di Bruxelles per costruire una terza via, in opposizione tanto agli euroscettici quanto ai restauratori.
Benissimo, concordo pienamente. Mi auguro che per la Commissione (alla cui presidenza a differenza del tuo partito spero possa salire Jean-Claude Juncker), venga costruita una governance fondata su una larga intesa fra le tre grandi culture politiche europee: la popolare, la socialdemocratica, la liberale. Una opzione non solo dettata dai numeri, ma dalla consapevolezza che solo una ampia base di accordo e di consenso potra' rimettere in cammino l'Europa.

Il prossimo semestre a guida italiana sara' una preziosa occasione per riannodare i fili di un disegno politico europeo nel quale il nostro Paese, uno dei fondatori di questo disegno, sappia giocare il ruolo che gli compete, spronando le necessarie svolte alle politiche europee, ma anche tenendosi distante dalla facile ed illusoria tentazione di scaricare su altri la nostra incapacita' di affrontare problemi che solo noi dobbiamo e possiamo risolvere.

E ora l'Italia, per la quale ti attende un ciclopico lavoro.
Un lavoro su una eccezionale molteplicita' di versanti. Un lavoro necessario per ridare speranza al Paese, con il focus particolare sui giovani, che e' anche condizione indispensabile per la stipula di un nuovo patto di fiducia fra i partner dell'Unione Europea.

Un lavoro che presuppone un ampio consenso nel Paese che tu al momento hai raccolto, un lavoro che presuppone il superamento di molte delle statiche e ormai obsolete categorie di pensiero che hanno formato l'armamentario ideologico delle tradizionali destra e sinistra.

MI permetto di proporre una ricetta articolata in quindici punti estremamente concreti: una ricetta che, onestamente, fa "tremar le vene ai polsi" a chiunque abbia consapevolezza della realta'.
Non sara' facile poterla applicare. L'eccezionale consenso che ti sei conquistato ti consente quantomeno di poterci provare, ma occorre entrare nel gioco a gamba tesa, senza paura e con un disegno estremamente chiaro. Entrare in partita non sara' facile: le buone intenzioni, sicuramente sincere, non basteranno.
Le resistenze saranno fortissime; dovrai sbarazzarti del tabu' di una cultura politica che, dietro la facciata della concertazione e della partecipazione, ha in realta' alimentato il potere interdittivo della piu' gattopardesca conservazione.

La Ricetta in 15 punti

Auspico che il tuo coraggio e la tua determinazione possano essere coronati da successo.
Con i migliori auguri.

Lucca, 27 maggio 2014
Paolo Razzuoli

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