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ELIMINARE I DOPPI STIPENDI E IL CUMULO DI INCARICHI

 

 

Di Antonio Rossetti

 

Si dice doppio incarico, ma in alcuni casi il numero è molto superiore a due.

Si tratta di super uomini e super donne che hanno il dono di fare contemporaneamente molte cose, a detta loro, senza nessun danno per nessuno.

Vediamo bene se è proprio così.

Premetto che al tempo che io ero alla Cisl, era in uso, penso lo sia ancora, che coloro che erano a tempo pieno  nell’organizzazione, in caso di gettoni di presenza per altre attività, ad esempio commissioni nelle quali venivano designati, automaticamente trasferivano il compenso o gettone nelle casse della organizzazione.

La logica era semplice: l’organizzazione ti paga per il tempo pieno, nel caso il tempo venga destinato per altra attività, seppure importante, l’organizzazione continua a pagarti quindi ciò che ricevi sarebbe in più, ed era corretto, in quel tempo, versare il compenso alla organizzazione.

Cosa diversa è per molti plurincaricati  con  regole diverse e con somme molto superiori ai gettoni di cui parlavo che erano  di poche migliaia di lire.

Non ho mai considerato accettabile il comportamento di quei parlamentari che riscuotendo diaria piena, compenso pieno, e vitalizio pieno, non fossero mai presenti o quasi mai, nei lavori di commissione, dei voti in aula e di tutte le attività attinenti al mandato ricevuto dagli elettori, seppure nominati da altri.

Spero proprio che questo punto trovi riscontro in atti concreti.

In sostanza si tratta di essere capaci di comprendere i limiti umani e pensare che occupare dei posti e ricevere contemporaneamente più trattamenti, comunque chiamati, non solo è un eccesso di presunzione, ma alla fine  fa anche male alla salute, un po’ di ironia deve pure rimanere.

Se proprio si sentono la vocazione dell’ iperattività possono farlo scegliendo uno solo dei lavori e se non ce la fanno a rinunciare agli incarichi si accontentino del trattamento di uno solo,  penso che sceglierebbero  quello più alto.

Sarebbe  una bella operazione di correttezza quella di decidere  un solo trattamento, nel caso si abbiano più incarichi, proprio nella logica che in quel momento sei retribuito per un incarico mentre ne svolgi un’altro.

Credo di immaginare le reazioni di questi signori e signore che avranno la pretesa di misurare la loro competenza,  non solo per il tempo impiegato,  per tante altre cose, tra queste professionalità e capacità, ma nessuno gli impedisce di rinunciare ad incarichi  di rappresentanza, per i quali pagano proprio i cittadini tutti, anche senza averli scelti.

Io, come tutti, pago una piccola porzione di indennità  ai parlamentari, anche per quelli che non avrei mai scelto, o dei consiglieri regionali e via dicendo per tanti altri incarichi pubblici, elettivi e no, in conseguenza delle imposte, delle tasse o dei costi per i servizi. Ebbene non mi pare per niente giusto e spero che lo sia per molti altri.

Nell’aprile 2013, solo nel Parlamento, venivano indicati 177 casi di doppio incarico, dato che potrà essere aggiornato e monitorato per tutti i casi, a tutti i livelli, per incarichi pubblici.

Senza esempi concreti di correttezza e di trasparenza ci sarà poco da sperare in un recupero di credibilità nel rapporto tra le persone che scelgono l’attività politica e i cittadini elettori.

Proprio in questi giorni emergono casi clamorosi di sperpero e di costi esosi nelle regioni, 16 su 20 con apertura di indagini in corso  nei confronti di consiglieri, e pare che la scelta sia quella di renderle ancora più autonome, come versare benzina sul fuoco. La storia è sempre la stessa, si alza il polverone, poi si inventa un’altro polverone, e intanto si continua la stessa “zolfa” di prima, anzi più di prima.

L’assurdo è che poi qualcuno che ha ruoli e poteri per intervenire,  proprio per eliminare queste vergogne, si meraviglia se il Movimento 5 stelle  raggiunge  percentuali altissime di voti e se i movimenti dei forconi riscuotono adesioni.

Bene, sentendo  le voci  tra la gente si può dire che c’è attesa che Matteo Renzi possa fare qualcosa di buono insieme alla preoccupazione che possa essere avvolto e annullato dai vecchi “marpioni” che sperano di non cambiare nulla.

Una speranza  ovviamente condivisibile, ma che potra’ tradursi in realta’ solo quando poggera’ su atti concreti.

Il Governo del Presidente Enrico Letta ha poco tempo per dare segnali veri, quello del marcio nelle regioni non può essere trascurato per nulla, così come il costo della politica e delle camere.

Il taglio dei doppi e tripli trattamenti è un segnale, il taglio dei finanziamenti ai partiti un secondo segnale, la riduzione dei costi delle camere, in attesa della riforma, è un terzo segnale.

La riduzione del costo del lavoro ed il sostegno alle imprese è da considerare  il punto di svolta per l’economia e per la ripresa dell’occupazione.

Può darsi che anche in questo caso ci sia un prima e un dopo;  quello che non è accettabile che si apra un  cantiere, poi si abbandona  e se ne apre un altro e via così senza concludere una sola opera.

Ovviamente la strada della concretezza è un’altra, altrimenti si brucia un “Renzi” ogni due o tre mesi e si alimentano proteste sempre più diffuse.

Senza attendere sempre dall’altro si può cominciare dal territorio anche su questo tema con una serie e rapida verifica dei casi .  

 

Antonio Rossetti

Ex segretario Cisl Lucca

 

Lucca, 17 dicembre 2013

 

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