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"Pronti al dialogo ma alternativi al Pd, nessuna lezione di morale al Professore"

di Giovanna Casadio

L'intervista di Andrea Riccardi a Repubblica: "Necessario completare l'agenda del nostro governo. Il nuovo centro nasce per questo"

D. - Ministro Riccardi, qual è l'obiettivo della federazione di Centro che sta costruendo con Montezemolo e Casini?

 

R. - Credo che questa idea del rassemblement nasca dall'esperienza che stiamo facendo nella società italiana. Questo è stato un governo di tecnici e di persone che vengono dalla società civile e si è sintonizzato con la società civile. C'è una rinata voglia di fare politica e Mario Monti, si condivida o meno tutto quello che ha fatto, ha ridato voglia di politica.

D. - Paradossale, che un governo tecnico restituisca la voglia di politica?

R. - Può apparire paradossale ma evidentemente ha aiutato gli italiani a trovare un linguaggio della politica fatto di cose concrete e non di guerra per le poltrone, fatto di speranza e non di calcolo. Questo è un patrimonio più grande di quanto si possa credere. Più volte ho detto che la parentesi del governo Monti sarebbe stata la grande occasione per i partiti di rinnovarsi, hanno fatto poco. Non sono manicheo, non contrappongo il Palazzo alla gente. Essendo stato al governo Ho potuto apprezzare tanti aspetti nell'attività amministrativa e della politica. Però qualcosa si è rotto, c'è bisogno di una comunicazione nuova tra cittadini e politica e di una rinnovata passione civile.

D. - E per questo volete portare di nuovo il professor Monti a Palazzo Chigi?

 

R. - Messo così, mi sembra semplicistico. Vedremo quale sarà lo scenario del futuro e cosa decideranno gli elettori. Comunque, lo ribadisco con forza, l'esperienza del governo Monti è qualcosa da aumentare, da implementare.

 

D. - Da condurre a compimento?

R. - Mi sembra ci sia la tentazione in campagna elettorale di mettere da parte l'agenda Monti. Credo che sia necessario invece assumerci questa agenda e anche ampliarla per uscire da questa condizione di emergenza. Serve una legislatura costituente, nessuno ne parla, ma siamo al crepuscolo della seconda Repubblica.
Lo dimostrano le insofferenze dei cittadini verso la politica, il grande astensionismo. Non è avventurismo. Le stelle polari di questa storia ci sono, soprattutto una, che è l'Europa.

D. - E la presenza di Monti fa la differenza?

R. - Sì, fa la differenza. Monti non è il salvatore, ma colui che, a mio avviso, oggi in Italia rappresenta meglio una visione nitida del futuro. Chi considera Monti un leader messianico sbaglia, non è come i leader a cui ci ha abituato la Seconda Repubblica, quelli cioè che si idolatrano o si esecrano.

D. - Nel rassemblement di Centro c'è spazio per i fuoriusciti del Pdl?

R. - Faccio il ministro e do un mio contributo di cultura politica, non sono un ingaggiatore. E sono anche il ministro dell'Integrazione, non mi muoverei mai per l'esclusione. Alcuni hanno sostenuto lealmente il governo fino alla fine, altri non si sono mai veramente riconosciuti nel progetto di Monti, anzi lo hanno contrastato fino a farlo cadere. Come farebbero a sentirsi parte?

D. - Se Berlusconi e alcuni berlusconiani volessero aderire la risposta sarebbe no?

R. - Penso che Berlusconi abbia un suo disegno che non coincide con il nostro.

D. - Una lista montiana sarebbe alternativa a Bersani candidato premier del centrosinistra scelto con le primarie?

R. - Che questa posizione sia un'alternativa riformatrice, un'alternativa non emotiva, che non demonizza ma vuole costruire, è certo. Qualsiasi sia il risultato si propone come un'alternativa, non come una incerta navicella pronta a vendersi al miglior offerente.

D. - La mia domanda è: quale rapporto pensate di avere con il Pd, di alleanza?

R. - Dice la Bibbia, c'è un tempo per ogni cosa. Ora è il tempo di nascere, non di intraprendere percorsi di alleanza. Del resto, la presenza di un'alternativa, vista al di fuori delle rivalità politiche, è una ricchezza e un elemento di novità nell'alba della Terza Repubblica. Il punto è uscire da questo sistema.
Il legato più triste è che andiamo ancora una volta a votare con la vecchia legge elettorale: una cosa incredibile, una cosa umiliante per gli stessi cittadini.

D. - D'Alema ha avvertito il premier Monti che non sarebbe morale scendere in campo contro una forza, il Pd, che ha sostenuto il governo tecnico.

R. - Non darei lezioni di moralità a Monti che ce ne ha date tante. Se qualcuno vuole dargli lezioni di sport, forse...

(da www.versolaterzarepubblica.it - 15 dicembre 2012)

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