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ho concluso il breve commento all'articolo di Stefano Folli pubblicato ieri, ponendomi, e ponendo ai lettori, l'interrogativo sulla capacita' del centro di sapersi attrezzare per raccogliere l'eredita' politica ed elettorale degli elettori (ritengo tanti) in uscita dal PdL.
Sulla situazione di grande incertezza della galassia centrista, mi pare interessante proporrre ai lettori di Fucinaidee le considerazioni che Alessandro Trocino affida ad un suo editoriale pubblicato dal Corriere della Sera.

Paolo Razzuoli

Listone e alleanze, l'impasse dei moderati

di Alessandro Trocino

Stallo Udc-Italia Futura. Olivero: Monti può promuovere un patto tra il centro e Bersani Fini e Casini

Il più esplicito è un cattolico che però ha già deciso l'alleanza con il Pd, Giacomo Portas: «Casini si allei subito con Bersani». Eppure la tentazione di un accordo preelettorale, che fino a qualche giorno fa era data come remota, resta ancora un'ipotesi in subordine per un centro scosso dall'ennesimo colpo di scena maturato dalle parti di Arcore. Anche perché prima c'è da decidere se il listone unico di cui si favoleggia da settimane prenderà davvero il via o se prevarranno le tensioni e le divisioni tra l'asse Udc e Fli e il magma di associazioni e di rappresentanti della società civile che compongono «Verso la Terza Repubblica», a cominciare da Luca Cordero di Montezemolo. Una strada possibile la indica Andrea Olivero, delle Acli, che invita Mario Monti a farsi promotore e mediatore di un'alleanza non più bipartisan, vista la nuova configurazione del Pdl, ma tra la sinistra e il nuovo centro.

La giornata di ieri non ha segnato nessun passo avanti per un'intesa tra Pier Ferdinando Casini, Montezemolo e gli altri moderati. L'Udc ha molto accelerato nei giorni scorsi, fino a ventilare una convention comune (l'ultima data di cui si parlava era il 20) che al momento sembra definitivamente tramontata. Accelerazioni che sono andate a vuoto e che sono slittate sull'attendismo di Italia Futura. Non è solo una tattica, quella del think tank di Montezemolo. C'è, certo, l'attesa di una decisione di Mario Monti, faro dei centristi, che però difficilmente arriverà prima che abbia rimesso il mandato. Ma c'è anche un disaccordo più strutturale sulla forma che dovrà assumere il nuovo soggetto da presentare alle elezioni. Si scontrano due visioni della politica ben diverse. Da una parte, leader e parlamentari di lungo corso, che vogliono presidiare il campo del centro, prima che venga occupato da altri, e che ambiscono a continuare il loro percorso nei Palazzi, in un soggetto allargato. Dall'altro esponenti di una società civile che non ha esperienze pregresse e che vorrebbe tagliare i ponti con il passato. Fuor di metafora, Montezemolo e i suoi gradiscono ben poco la ricandidatura di vecchi lupi della politica. Primo tra tutti, Gianfranco Fini, ma l'ostracismo si allarga a esponenti dell'Udc come Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione. Tutti politici che, però, possono vantare la capacità di raccogliere voti per sé e per la lista.

Benedetto Della Vedova invita tutti a darsi una mossa: «Il dado è tratto, siamo di fatto già in campagna elettorale. Abbiamo pochi giorni per decidere se riusciamo a fare una cosa insieme, come io auspico, oppure no». Quanto alle alleanze, l'esponente di Fli la vede così: «Io penso che Berlusconi, con la sua uscita, abbia fatto una cosa assai poco moderata. Che un anno di sostegno a Monti - il nostro più convinto, quello del Pd serio, quello del Pdl non convinto e non serio - abbia creato le premesse per un dialogo con l'area di Bersani. Questo non toglie che credo sia necessario lavorare ognuno in modo distinto. Poi, dopo le urne, si vedrà». Chi invece vorrebbe una presa di posizione antecedente al voto è il presidente delle Acli, Olivero. Il quale spiega: «È necessaria un'intesa tra Bersani e Monti per il futuro del Paese. Un'alleanza tra responsabili in questa situazione drammatica per l'Italia. Non possiamo accettare che si torni indietro, che si butti all'aria la stagione di responsabilità nazionale inaugurata dal governo Monti». Dunque, uscito dalle prospettive possibili un Monti bis, come l'attuale governo di coalizione tra forze eterogenee, per Olivero occorre procedere in altra direzione: «Coniugare l'agenda Monti, fatta di rigore e crescita, e quella sociale, fatta di equità e solidarietà. Una sfida difficile a cui credo possa rispondere oggi con maggiore credibilità un'alleanza di centrosinistra, malgrado le oggettive difficoltà. Una sfida difficile ma praticabile. E per la quale il contributo del presidente Monti è imprescindibile».

(dal Corriere della Sera - 8 dicembre 2012)

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