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Todi 2: il partito ancora non c'e' ma forse.... Ci sara'.
testo integrale del documento approvato dall'assise.

di Paolo Razzuoli

«La stagione aperta dal governo Monti non si esaurisca». e' questo l’appello scritto a chiare lettere nel manifesto sottoscritto dalle associazioni cattoliche che per il secondo anno consecutivo si sono riunite a Todi dichiarandosi «disponibili a impegnarsi al servizio del Paese». Raffaele Bonanni, chiudendo il meeting, ha rafforzato il sostegno: «La personalità di Monti si staglia di fronte a tanti populisti di destra e sinistra: ha salvato il Paese». E se da una parte i cattolici «non hanno il compito di fondare un nuovo partito cattolico», dall’altra, osserva il leader della Cisl, «siamo fortemente interessati a una nuova offerta politica e facciamo appello a tutti coloro che si riconoscono nell’agenda Monti, nella dottrina sociale della Chiesa e nei valori della Repubblica».

E’ questo il messaggio più chiaro uscito da Todi 2. E se quello di un nuovo partito è ancora un cantiere aperto, che coinvolgerà anche altri soggetti rispetto a quelli schierati nella cittadina umbra, l’appoggio all’agenda Monti è ufficiale. Ma quell’agenda, garanzia per la tenuta del Paese anche nei confronti dell’Europa, va integrata – precisa Bonanni a nome di tutti – con «l’agenda politica dei cattolici che abbiamo messo in piedi a Todi».
Dentro c’è l’appello a una nuova legge elettorale, ci sono proposte per riformare le istituzioni dello Stato e per tagliare i costi della politica, per aiutare la crescita e le fasce più deboli della società con un patto per il lavoro. A Todi la disillusione per i partiti, per la loro «persistente incapacità di procedere a un autonomo rinnovamento» – rileva il documento condiviso dalle sigle promotrici dell’incontro, ossia Cisl, Acli, Mcl, Compagnia delle Opere, Confartigianato, Confcooperative, è tangibile.

«Servono botti nuove, sennò nel legno vecchio il vino diventerà aceto», sintetizza con una metafora Bonanni. Ma al di là di chi si prenderà la responsabilità di tradurre in qualcosa di concreto, sul piano politico, questa istanza di rinnovamento, di chi ci metterà la faccia – e qualcuno, come il filosofo Dario Antiseri, bacchetta le associazioni cattoliche perché "da troppo tempo si limitano a lanciare il sasso "– la spinta a costituire un nuovo soggetto politico, è condivisa. Con la consapevolezza, che «al prossimo governo serve una maggioranza autenticamente politica», recita il documento programmatico di Todi 2. Insomma, il tabù del partito è caduto e c’è chi, dietro le quinte, annuncia novità per metà novembre. Il numero uno delle Acli, Andrea Olivero, parla apertamente di «nuovo contenitore» e non nasconde che la possibilità della prossima discesa in campo di una neo-formazione, anche attraverso «la formula leggera della lista civica» non è fantascienza. Luigi Marino, presidente di Confcooperative, chiede di «aiutare la crescita di una nuova forza politica».

E Carlo Costalli, che guida Mcl, da sempre sostenitore dell’idea di un partito, afferma che «ora parte una nuova fase operativa». Non è casuale anche la presenza a Todi di Ernesto Auci, che con «Indipendenti per l’Italia» è entrato a pieno titolo nel laboratorio politico in atto e guarda con interesse a Todi. Alcuni dei protagonisti di Todi stanno ragionando anche su un impegno in prima persona. Bonanni lo ha escluso («resto a fare il mio lavoro di sindacalista»), ma altri vorrebbero candidarsi. Prematuro parlare di un leader, ma qualcuno fa notare che se a Monti venisse chiesto di continuare a lavorare per il Paese e se lui accettasse, il leader c’è già. «Sono a contatto con realtà sociali difficili che hanno pagato le ricadute di alcune misure varate dal governo – fa notare Olivero – ma se a queste persone si chiede: chi altro c’è? allora ti rispondono “meglio Monti”».

DOCUMENTO PROPOSITIVO DI TODI 2

Un anno fa le nostre organizzazioni si ritrovarono, in questo luogo ed in questi stessi giorni, per affermare la loro disponibilità ad impegnarsi al servizio del Paese, in un momento di gravissima crisi morale, politica ed economica, chiedendo al contempo l’apertura di un nuova fase politica in forte discontinuità con la precedente.

Dopo di allora si è aperta l’esperienza del governo Monti, cui va l’indubbio merito di aver ridato dignità alle istituzioni, garantito una forte ripresa di credibilità del Paese a livello europeo ed internazionale – divenendo una risorsa per la costruzione dell’Europa politica –, superato l’asfittico sistema bipolare, causa di contrapposizioni durissime ed insieme di immobilismo politico.

Le forze politiche, chiamate a mostrare senso di responsabilità ed insieme a riorganizzare la loro offerta politica, hanno purtroppo solo parzialmente risposto alle attese. Tanti, troppi sono gli elementi che testimoniano la loro persistente incapacità di procedere ad un autonomo rinnovamento di culture, modelli organizzativi, gruppi dirigenti. La grave crisi morale ed insieme la costante erosione di consensi rende quindi oggi necessario un percorso che consenta, entro i prossimi appuntamenti elettorali, di generare proposte nuove tanto nel contenitore quanto nei contenuti. Noi, soggetti della società civile ed espressione di un’ampia parte del mondo cattolico italiano, ci sentiamo responsabili di far sentire la nostra voce e dare il nostro apporto, nei termini e nei modi che sono propri a ciascuna organizzazione.

In primo luogo ci impegniamo affinché la stagione inauguratasi con il governo Monti non si esaurisca e non si ritorni alla drammatica situazione precedente. E’ indubbio che è oggi necessario operare per dare al prossimo governo una maggioranza autenticamente politica, fondata su un programma condiviso e coerente. Questo va fatto assicurando la continuità con quanto di positivo è stato fatto in quest’ultimo anno, garantendo la prosecuzione delle politiche di risanamento del Paese e, al contempo, integrando gli obiettivi iniziali con quelli della crescita, dell’occupazione, di un nuovo welfare, di una ritrovata equità e di pieno ripristino dei valori costituzionali.

Non è più rinviabile l’avvio di riforme istituzionali e strutturali che dovranno ridurre i costi della politica, riordinare e semplificare l’assetto dello Stato, renderlo più moderno, coeso, orientato ai principi di sussidiarietà e solidarietà. Nel contesto europeo, l’Italia dovrà esercitare un ruolo da protagonista nella prospettiva irrinunciabile di unificazione politica.

Siamo convinti che l’Italia possa superare le difficoltà in cui oggi si trova mettendo a frutto le grandi risorse di intelligenza, responsabilità e dedizione di molti suoi cittadini. Per questo deve essere assolutamente sciolto il nodo della legge elettorale restituendo il potere di scelta ai cittadini. Vogliamo un Paese nel quale la sussidiarietà non sia solo un valore enunciato ma una prassi diffusa, la collaborazione tra lavoratori e imprese sia la chiave dell’innovazione del mondo del lavoro, la partecipazione il cuore della prassi democratica.

Per uscire dall’attuale gravissima crisi economica, occorre ridare centralità al lavoro, facendo in modo che nuova imprenditorialità e diffusa responsabilità sociale creino i presupposti per un autentico sviluppo, economico ed insieme umano. In questa prospettiva crediamo si debba realizzare un patto fiscale tra lavoro, imprese e famiglie e concentrare gli sforzi per favorire politiche per l’occupazione giovanile.

Ci impegniamo a portare i valori che ci sono più cari – la tutela e promozione della vita, a partire da quella più fragile e indifesa, la famiglia fondata sul matrimonio e aperta alla generatività, la libertà di educazione – in ogni contesto pubblico, come proposte, laicamente fondate, volte al benessere personale e sociale e alla garanzia dei diritti inalienabili di ogni persona.

Ci impegniamo a creare le condizioni di educazione, partecipazione e controllo democratico perché onestà, rigore morale e sobrietà diventino caratteri distintivi di quanti operano a servizio della collettività, a partire da noi stessi. La politica deve rappresentare un luogo di passione e di impegno civile da proporre a tutti, ed in particolare ai giovani. In questa direzione le nostre organizzazioni continueranno ad operare, con ancor maggiore determinazione, alla formazione di “una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile”, secondo l’accorato appello di Papa Benedetto più volte rinnovatoci dai nostri Vescovi.

23 settembre 2012

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