logo Fucinaidee

Non sono certo catalogabile fra coloro che sono particolarmente critici verso il Governo Monti. Anzi, appartengo alla schiera di coloro che danno dell'esperienza un giudizio complessivamente positivo, soprattutto per quanto Monti in prima persona e' riuscito a fare in merito al recupero di credibilita' del nostro Paese nel concerto europeo.
Una dimensione di primaria importanza, laddove si veda lucidamente la funzione insostituibile che tale dimensione ha ormai per lo sviluppo di ciascun Paese dell'Unione.
E' pleonastico dire che se la politica riuscisse a guardare piu' agli interessi di prospettiva sullo scacchiere europeo anziche' ripiegare continuamente su calcoli elettoralistici nazionali, l'Europa forse riuscirebbe a ritrovare quella forza e quella convinzione che oggi sono venute meno.

L'aver cercato di recuperare un senso alto della politica, sia nella dimensione europea che rispetto alle tossine ammorbanti che infettano la societa' italiana, mi pare siano fattori di alto profilo, che meritano la massima attenzione da parte degli italiani, o quantomeno da parte di coloro che hanno coscienza della complessita' e gravita' del tempo che stiamo vivendo.

Naturalmente cio' non significa un'adesione incondizionata ad ogni provvedimento.
MI pare di dover anzi rilevare una certa dicotomia fra i documenti di studio prodotti e proposti all'attenzione del Paese, (quasi tutti pubblicati anche su questo sito), solitamente di grande interesse politico e culturale, e la produzione normativa, non sempre coerente e a volte anche confusa. Basti pensare al provvedimento sul riordino delle province, che sta giustamente sollevando problematiche che difficilmente potranno essere superate.

Fra i provvedimenti destinati a sollevare perplessita', c'e' - non solo a mio modo di vedere - anche quello in fieri a cui sta lavorando il Ministro della Salute.
Accanto ad aspetti che ritengo di grande interesse, (per esempio la riorganizzazione della medicina di base), ve ne sono alcuni discutibili, che sollevano non pochi dubbi.
Mi pare che alcuni di questi siano ben rappresentate nell'articolo - scritto con penna ironica e pungente - che di seguito integralmente propongo ai lettori di Fucinaidee.

Un'ultima osservazione: se proprio si vuole fare educazione alimentare perche' non si diminuiscono le tasse su cio' che fa bene anziche' accrescerle su cio' che fa male?

Paolo Razzuoli

Ma chi sceglie il digiuno ha il credito d'imposta?

di Pierluigi Battista

Anche una salsiccia è un attentato ai trigliceridi: vogliamo togliere il tesserino del Servizio sanitario nazionale ai ghiottoni di luganeghe? (*)

Una tassa etica sulle bevande gassate? Ma no, dicono che è solo un messaggio da spending review: non tracannare liquidi zuccherati con le bollicine che poi possono gravare sul servizio sanitario nazionale. Effettivamente, bevendo e mangiando (insomma vivendo), alla fine ci si ammala. Ma perché prendersela con i soft drink di marca lasciando liberi di sprigionare potenziali malattie tutti gli altri cibi? Tutti gli altri cibi che, se consumati in ingenti quantità, possono contribuire ad aggravare la spesa per la Sanità, gonfiando, oltre che le rotondità del ventre degli italiani, anche il debito pubblico. La gazzosa è deleteria, dunque va tassata: un caso di logica zoppicante, permeata di autoritarismo etico. Però dovrebbe essere almeno coerente. È vero: quando Monti ha promesso che avrebbe cambiato la «mentalità degli italiani» ha rischiato di trasformare un governo tecnico in un governo etico. Ma almeno l'etica non deve essere selettiva e discriminatoria.

SALSICCE E CARAMELLE

Le bibite zuccherate con le bollicine fanno male alle persone e ai bilanci sanitari? Ma attenzione, anche una salsiccia è un attentato ai trigliceridi: vogliamo togliere il tesserino del Ssn ai ghiottoni di luganeghe? Gli affettati salati, attenzione agli effetti sulla pressione: tassare. I computer con retroilluminazione, causa di costose visite oculistiche: tassare. Le caramelle, occasione continua per esami odontoiatrici: tassare. Le bollicine gorgogliano anche nei prosecchi e negli spumanti. Un bicchiere va bene, ma l'uso prolungato e massiccio dei nostri vini potrebbe far male: tassare anche lì? Se si dice di tassare le patatine fritte delle grandi catene di ristorazione fast food, tutti i detrattori del consumo di massa, sentendo odore di America e mercato, si deliziano all'idea di una molto etica gabella punitiva. Ma anche l'abuso di patatine fritte casalinghe non dovrebbe passare inosservato al controllo del fisco salutista, fa male potenzialmente al fegato: tassare senza pietà. E a chi si sottoporrà a digiuno alimentare verrà concesso un credito di imposta?

PRODOTTI TIPICI

Slow Food potrebbe diventare un centro di raccolta della protesta anti-fiscale, se la logica della tassazione di cibi potenzialmente nocivi per la salute, se ingurgitati in quantità non consone (ma anche una singola bibita è una quantità consona), dovesse prendere piede. Quante analisi per i ragù genuini, per il lardo di Colonnata, per la polenta, per i «prodotti tipici» quasi tutti iper-calorici, oltre che iper-buoni e iper-tentatori? I gelatai d'estate dovrebbero entrare nel mirino di Equitalia. Quel profluvio di cioccolate e creme è soggetto ad aliquote speciali? E la domanda: «Un po' di panna?» solitamente formulata dal gelataio con atteggiamento complice e diabolicamente invitante, non finisce per risultare un incitamento alla disobbedienza alimentare, causa scatenante di controlli sanitari che porterebbero alle stelle le spese per il Welfare, con danni incalcolabili sulla salute dei cittadini e sull'andamento dello spread?

PRECEDENTE

No, la tassa etico-alimentare potrebbe non essere un'ottima idea. Fa incassare qualche euro subito e senza sforzo ma stabilisce un pericoloso precedente, come dice chi è ferrato in giurisprudenza. In più mette in campo una forma di autoritarismo pedagogico che non dovrebbe essere nei programmi anche del più tecnico dei governi. Inoltre, con le tasse già a livelli astronomici, la disperazione degli italiani potrebbe produrre effetti di reazione autolesionisti in molti, indotti ad affogare nell'alcol e nei salumi la tristezza per i bilanci sempre più magri delle loro famiglie. Magri in tasca ma grassi fuori, con relativa catena di conseguenze sulla spesa sanitaria.
Meglio le bollicine, allora.

(da Il Corriere della Sera - 29 agosto 2012)

(*) Le luganeghe sono un tipo di salsicce diffuse nelle regioni nord-orientali italiane.

Torna all'indice dei documenti
Torna alla prima pagina