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Pressing del Presidente della Repubblica per la riforma della legge elettorale

di Paolo Razzuoli

Nuova strigliata del Presidente della Repubblica ai partiti affinche' pongano mano concretamente alla riforma della legge elettorale.
Napolitano prosegue nel suo instancabile impegno affinche' non si arrivi alla scadenza elettorale del 2013 con l'attuale legge elettorale.
Un pressing che si sta accentuando, giacche' il trascorrere invano del tempo allontana inesorabilmente il raggiungimento dell'obiettivo.

In data 9 luglio il Capo dello Stato si e' rivolto ai presidenti delle Camere affinche', loro tramite, il Parlamento ricevesse un impulso a trovare uno sbocco, il piu' condiviso possibile, al varo della riforma della legge elettorale.
Ecco il testo della lettera:
"Stanno purtroppo trascorrendo le settimane senza che si concretizzi la presentazione alle Camere - da parte dei partiti che hanno da tempo annunciato di voler raggiungere in proposito un'intesa tra loro - di un progetto di legge sostitutivo di quella vigente per l'elezione della Camera dei Deputati e del Senato.
Debbo ricordare che su questa materia (e più in generale su quella di possibili modifiche istituzionali) consultai nel gennaio scorso i rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Parlamento, ricevendone indicazioni largamente convergenti anche se non del tutto coincidenti a favore di una nuova legge elettorale.
Mi auguro che l'autorevole opinione dei Presidenti delle Camere, nel loro continuo rapporto con i Presidenti dei gruppi parlamentari, possa concorrere a sollecitare la oramai opportuna e non rinviabile presentazione in Parlamento di una o più proposte di legge elettorale, anche rimettendo a quella che sarà la volontà maggioritaria delle Camere la decisione sui punti che non risultassero oggetto di più larga intesa preventiva e rimanessero quindi aperti ad un confronto conclusivo. Confronto che è bene non resti ulteriormente chiuso nell'ambito di consultazioni riservate tra partiti".

In data 30 luglio, Napolitano ha poi rilasciato una dichiarazione in cui viene rinnovato l'appello alle forze politiche.
Eccone il testo:
"Negli incontri che ho avuto nei giorni scorsi con il Presidente del Senato e il Presidente della Camera, abbiamo constatato come a distanza di oltre 20 giorni lo sforzo da me sollecitato con lettera del 9 luglio non abbia purtroppo prodotto i risultati attesi. Altre settimane sono trascorse senza che abbia avuto inizio in Parlamento l'esame di un progetto di legge elettorale sulla base dell'intesa, pure annunciata come imminente da parte dei partiti rappresentanti attualmente la maggioranza e aperta al confronto tra tutte le forze politiche. L'ipotesi che avevo prospettato all'inizio di luglio ai Presidenti delle Camere, perché la ponessero all'attenzione dei Presidenti dei gruppi parlamentari, era quella della formalizzazione di un testo di riforma largamente condiviso, anche se non definito su alcuni punti ancora controversi. Ma nei giorni scorsi anziché chiarirsi e avvicinarsi, le posizioni dei partiti da tempo impegnati in consultazioni riservate, sono apparse diventare più sfuggenti e polemiche. Debbo dunque rinnovare il mio forte appello a un responsabile sforzo di rapida conclusiva convergenza in sede parlamentare. Ciò corrisponderebbe con tutta evidenza al rafforzamento della credibilità del paese sul piano internazionale in una fase di persistenti gravi difficoltà e prove. In quanto a ipotesi che appaiono sulla stampa di possibile anticipazione delle elezioni politiche normalmente previste per il prossimo aprile, ritengo di dover sollecitare la massima cautela e responsabilità in rapporto all'esercizio di un potere costituzionale di consultazione e decisione che appartiene solo al Presidente della Repubblica".

Ora la dichiarazione rilasciata all'Unita', da cui traspare la sua inquietudine per l'impantanamento in cui si e' cacciato il dibattito fra le forze politiche sul tema della riforma.
Dichiara il Capo dello Stato:
"Resto inquieto nel non vedere ancora vicine a un approdo le discussioni, che procedono attraverso continui alti e bassi, su una nuova legge elettorale mentre rimane ancora bloccato il progetto di sia pure delimitate modifiche costituzionali che era stato concordato prima di un'improvvisa virata sul tema così decisivo di un improvvisato cambiamento in senso presidenzialistico della Costituzione".

Per cercare di capire cosa si muove dietro le quinte, e' importante a mio avviso partire dalla riflessione di Napolitano, laddove fa riferimento all'improvvisato cambiamento in senso presidenzialistico della Costituzione, attuato da alcune forze politiche, in special modo il PdL con l'appoggio - probabilmente non convinto ma strumentale - della Lega.
E' di tutta evidenza che una simile ipotesi, anche se di per se' legittima, non ha alcuna possibilita' di essere approvata in questo scorcio di legislatura.
Introdurla nel dibattito politico, quale pregiudiziale e nel modo improvvisato con cui cio' e' stato fatto, significa innestare un pericoloso crinale di conflitto fra le forze politiche, ed il conseguente blocco di qualsiasi processo in grado di approdare ad un progetto condiviso di riforma della legge elettorale.

Sara' pur vero che a pensar male si va all'inferno, ma e' altrettanto vero che spesso si piglia nel segno.
La sensazione e', come gia' ho avuto modo di dire, che nel Parlamento il PdL e la Lega, pur dietro la facciata della volonta' di riformare la legge elettorale, in realta' nascondano altro obiettivo, esplicitamente indichiarabile, ma surrettiziamente cercato tramite un'azione politica che faccia saltare qualsiasi ipotesi di accordo.
E' chiaro che, nell'attuale scenario politico, e' difficilmente immaginabile l'approvazione della riforma elettorale in un contesto di maggioranza: avrebbe ripercussioni sul Governo, e questo non possiamo permettercelo.

Quando Napolitano dice che non e' proponibile andare al voto con questa legge elettorale, ha perfettamente ragione. Da uomo politico intelligente, sensibile e di esperienza qual e', sa benissimo che questa legge e' uno dei piu' micidiali ingredienti della pericolosa frattura fra classe politica e societa' civile del nostro Paese.
LO e' perche' di fatto non consente ai cittadini di scegliere chi li governa, ma lo e', a mio avviso ancor piu' pericolosamente, per la carica devastante che ha sul corrretto rapporto democratico fra elettori ed eletti.
In una democrazia sana, l'eletto legittima il proprio ruolo nel rapporto con il territorio ed i suoi cittadini-elettori. L'attuale legge ha invece instaurato un regime feudale, nel quale la legittimazione degli eletti deriva dalla benevolenza dei partiti, che oggi sono quasi tutti di stampo "padronale". Sono insomma "i fondamentali" della vita democratica ad essere minacciati. I rappresentanti mediante i quali il Popolo esercita il proprio potere, trovano legittimazione dall'alto anziche' dal basso.
Napolitano lo sa benissimo, e sta facendo tutto cio' che e' in suo possesso per aiutare a superare questa brutta stagione della nostra vita democratica.

Il Paese deve essergli grato per questo.

Grazie Presidente!!!

Lucca, 10 agosto 2012

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