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Giuliano Amato: “Quei dubbi insensati offendono la verità”

Lettera di Giuliano Amato al Corriere della Sera, con breve commento di Paolo Razzuoli

Grande impressione hanno fatto le immagini del Presidente della Repubblica in lacrime sulla bara del suo consigliere giuridico, il noto magistrato Loris D'Ambrosio.
L'improvvisa scomparsa del magistrato, avvenuta per infarto, ha aperto un dibattito lacerante, che fa seguito alle polemiche suscitate dalla vicenda delle intercettazioni della Procura di Palermo al Quirinale, e conseguente coinvolgimento da parte del Colle della Corte Costituzionale a cui si e' rivolto sollevando il conflitto di attribuzioni.
Tra le voci più nette che si sono fatte sentire c’è quella di Giuliano Amato, autore di una breve ma densa lettera al direttore del “Corriere della Sera” del 29 luglio, che penso opportuno sottoporre all'attenzione dei lettori di Fucinaidee.

“Vi sono persone – scrive Amato – la cui intera vita è testimonianza di dedizione e di integrità”. Quando accade un fatto “che in sé si presta a più di un’interpretazione”, quell’integrità di vita, ben nota, dovrebbe “fungere da chiave interpretativa per capire quel fatto”. Invece questo spesso non avviene, e non è avvenuto con Loris D’Ambrosio: quella vita integra “viene cancellata, dimenticata, e si ingigantiscono dubbi, si attribuiscono intenzioni che deformano insieme il fatto e la persona”.

Cliccare qui per leggere/scaricare il testo della lettera (formato pdf)

Paolo Razzuoli
Lucca, 30 luglio 2012

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