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Le decisioni del Governo sulla revisione della spesa pubblica

di Paolo Razzuoli

Ieri 5 luglio, si e' tenuta l'attesa seduta del Consiglio dei ministri per approvare il decreto di revisione della spesa pubblica. Un appuntamento certamente molto complesso, su cui erano puntati gli occhi dell'intero Paese; una tappa indubbiamente faticosa per il Gabinetto Monti, come delresto attestato anche dalla durata della riunione.

Ora il provvedimento dovra' percorrere l'iter parlamentare per la sua conversione: sara' senz'altro un percorso in salita e staremo a vedere come potra' raggiungere il traguardo.

Di seguito una sintesi dei contenuti.
In allegato i nostri lettori potranno leggere/scaricare il testo integrale del comunicato del Governo ed il testo del decreto, nella versione varata dal Consiglio dei ministri.

Con il provvedimento si cerca ansitutto di compiere qualche passo nella direzione della riduzione della spesa pubblica e l'eliminazione degli enti inutili ma per evitare l'aumento dell'Iva il Governo è costretto a rigiocare il "jolly" del taglio alle agevolazioni fiscali.
E' poi congelato fino al 30 giugno 2013 l'innalzamento delle aliquote I.V.A. del 10 e del 21% e limita a un solo punto il loro aumento a partire dal 2014. A meno che dal riordino delle uscite statali e dal giro di vite sui «regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale», definite con la legge di stabilità per il 2013, non arrivino i 6,6 miliardi necessari a evitare dall'anno prossimo la stangata sui consumi.

Ma i cambiamenti del Dl dedicato alla «revisione della spesa pubblica, (nelle intenzioni del Governo ad invarianza dei servizi ai cittadini), non si esauriscono qui.

Nel testo del decreto non e' prevista la soppressione di alcuni enti minori. Quest'ultima misura sarebbe stata rimandata agli inizi di agosto o al massimo a settembre quando arriverà il provvedimento con le norme di carattere ordinamentale (soppressione di 61 Province, nascita di 10 Città metropolitane, sfoltimento del 20% delle agenzie locali, riordino delle funzioni fondamentali dei Comuni con meno di 5mila abitanti).

Un'altra novità di rilievo riguarda i pagamenti dei debiti della P ubblica amministrazione.
Oltre al piano di monitoraggio che gli uffici pubblici dovranno avviare nel triennio 2013-2015, arriva lo slittamento dal 28 giugno al 27 luglio per la presentazione dell'istanza da parte delle imprese per ottenere il pagamento in titoli di Stato previsto dal Dl liberalizzazioni di gennaio.

E' previsto un forte giro di vite sugli acquisti di beni e servizi previsto nel piano messo a punto dal commissario straordinario Enrico Bondi. Per realizzare economie di spesa, si spera consistenti, il decreto prevede la decadenza immediata di tutti i contratti di fornitura stipulati senza il ricorso al metodo adottato da Consip. Stesso discorso per le locazioni attraverso un abbattimento automatico (e immediato) del 15% di tutti i canoni di locazione con i privati.

Corposa è anche la parte dell'articolato destinata al pubblico impiego, dove spicca la riduzione, a partire dal 1° ottobre, del 10% di tutte le piante organiche che sale al 20% per i dirigenti. Per il personale in esubero si ricorrerà alla «messa a disposizione» (l'equivalente della mobilità per i lavoratori privati, per 24 mesi con uno stipendio pari all'80% di quello attuale. L'arco temporale potrà essere raddoppiato e arrivare a 48 mesi per accompagnare alla pensione coloro che matureranno i requisiti previdenziali previsti prima dell'entrata in vigore della riforma Fornero. Senza dimenticare il taglio del 50% delle auto blu, l'adeguamento a 7 euro di tutti i ticket restaurant e il perdurare del turn over al 20% fino al 2015 quando si salirà al 50 per cento. L'anno successivo dovrebbe invece essere disposto lo sblocco delle assunzioni così come potrebbero tornare i concorsi per posti dirigenziali di prima fascia.

Nonostante il rinvio delle disposizioni di carattere ordinamentale anche il comparto delle autonomie viene ampiamente toccato dal provvedimento varato ieri. In primis nella dotazione finanziaria a causa dei 7,2 miliardi di tagli in agenda per il biennio 2012-2013. Il sacrificio maggiore toccherà alle Regioni (3,2 miliardi tra ordinarie e speciali) che si vedranno diminuite le risorse ricevute a qualsiasi titolo dallo Stato. La piazza d'onore toccherà ai Comuni (2,5 miliardi) che precedono le Province (1,5 miliardi). Enti locali che vedono anche cambiare le regole per le assunzioni sulla base di specifici parametri di virtuosità affidati a un futuro Dpcm.

Un accenno lo merita pure l'istruzione. In particolar modo le scuole che perderanno il 50% dei bidelli e dovranno esternalizzare i servizi di pulizia. Quanto ai docenti le classi di concorso varranno fino a un certo punto. Per gli insegnanti a tempo indeterminato rimasti senza cattedra scatterà la mobilità su altri insegnamenti, gradi di istruzione diversi o posti di sostegno. Ma nel conto, stavolta con il segno «+» va messo anche il rifinanziamento delle scuole private per 200 milioni, dei libri di testo per 103 milioni e dei prestiti d'onore per 90.

Cliccare qui per leggere/scaricare il testo integrale del comunicato del Governo (formato pdf)
Cliccare qui per leggere/scaricare il testo integrale del decreto (formato pdf)

Lucca, 6 luglio 2012

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