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Confindustria: "L’Italia è nell’abisso". Persi 1,5 milioni di posti di lavoro.

di Paolo Razzuoli

Non siamo in guerra - è l'analisi del Centro Studi di Viale dell'Astronomia - ma l'impatto della crisi è molto simile. E i dati forniti dall'organismo di ricerca degli imprenditori sono allarmanti. A essere colpite sono le parti vitali del Paese: l'industria manifatturiera e le giovani generazioni. Pil in caduta e niente pareggio di bilancio nel 2013.

Non siamo in guerra, ma l’impatto della crisi è simile. Questa la sintesi tracciata dal Centro Studi di Confindustria nel suo rapporto annuale diffuso il 28 giugno u.s.. Non sarà insomma, una guerra con le armi, ma quello che sta combattendo il Paese è un conflitto combattuto tra finanza ed economia. Non siamo in guerra, scrive il Centro studi, ma i danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto e a essere colpite sono le parti più vitali e preziose del sistema Italia: l’industria manifatturiera e le giovani generazioni.

PIL IN CADUTA

Secondo le stime del centro studi di Confindustria il prodotto interno lordo italiano nel 2012 è destinato a calare del 2,4% e dello 0,3% nel 2013. Secondo le nuove stime peggiorano le prospettive di crescita dell’economia italiana rispetto alle previsioni della stessa associazione degli industriali che a dicembre indicavano il Pil in diminuzione dell’1,6% quest’anno e in aumento dello 0,6% per il prossimo. Secondo Luca Paolazzi, direttore del Csc “l’Italia è nell’abisso”.

NESSUNO USCIRÀ DALL’EURO

Il Centro Studi di Confindustria contrariamente all’opinione di molti analisti e allo scetticismo della maggioranza degli investitori, assegna ancora un’elevata probabilità al rapido rilancio dell’unione monetaria ed esclude l’uscita di qualunque Paese dall’eurozona, evento che innescherebbe incontrollabili reazioni a catena di natura economica e geopolitica. E’ quanto si legge nella premessa introduttiva alle stime sugli scenari economici ‘La lunga crisi: ultima chiamata per l’Europa’ presentate dal centro studi Confindustria. “Su questa doppia – spiega il Csc – ipotesi sono incardinati i nuovi scenari economici.
Inevitabilmente deteriorati rispetto a quelli disegnati lo scorso dicembre. Il quadro descritto allora per l’Italia era fondato sulla rapida soluzione dell’eurocrisi che avrebbe consentito il rientro, seppur parziale, degli spread e messo in moto l ripresa già dai mesi estivi. Era un’assunzione dichiaratamente ottimistica. Le dinamiche si sono rivelate, come temuto, decisamente meno positive sia sul fronte della domanda interna e della produzione sia su quello della finanza e del credito”. “Nelle attuali previsioni – si legge ancora nella relazione – il Csc prende atto della peggiore realtà, con effetti netti su Pil, mercato del lavoro e conti pubblici.
L’appuntamento con la ripresa viene posticipato di un semestre”.

NO PAREGGIO BILANCIO NEL 2013

Il pareggio di bilancio si allontana. Secondo il Centro studi di Confindustria “l’impegno al raggiungimento del pareggio di bilancio complessivo nel 2013 che il Governo italiano ha preso lo scorso anno con i partner europei non verrà mantenuto a causa del peggioramento del quadro economico europeo e in particolare domestico”. Secondo le stime del Csc “i conti pubblici migliorano vistosamente anche se la maggiore flessione del Pil inevitabilmente allontana il pareggio: 1,6% del Pil l’indebitamento netto l’anno prossimo, dallo 0,1% proiettato a dicembre. Lo slittamento è tutto spiegato dalla congiuntura negativa”. Il Csc stima per il 2012 un indebitamento netto pari al 2,6% del Pil, in peggioramento di 1,1 punti rispetto alla previsione di dicembre scorso e di 9 decimi di punto superiore alla stima contenuta nel Documento di economia e finanza (Def) dell’aprile scorso.

SEMPRE MENO CONSUMI per le FAMIGLIE

La spesa delle famiglie scenderà del 2,8% nel 2012 e dello 0,8% nel 2013. Il calo, certificato dal quadro contenuto nelle previsioni del centro studi Confindustria, avviene dopo il recupero nel 2010 (+1,2%) e la sostanziale stagnazione nel 2011 (+0,2%) e riporta i consumi familiari a -4,5% reale rispetto alla media del 2007. “L’impatto della crisi sulla spesa delle famiglie – spiega il Csc – è stato molto significativo”.

PERSI UN MILIONE E MEZZO DI POSTI DI LAVORO

Le condizioni del mercato del lavoro italiano sono in forte deterioramento e “il 2013 si chiuderà con 1 milione e 482mila occupati in meno rispetto a inizio 2008 (-5,9%)”. Queste le stime del centro studi Confindustria contenute negli Scenari economici. Il Csc stima che “l’occupazione (calcolata sulle Ula, unità di lavoro equivalenti a tempo pieno), dopo il +0,1% del 2011, calerà dell’1,4% nel 2012 (-1,0% già acquisito al primo trimestre) e dello 0,5% nel 2013. Solo sul finire dell’anno prossimo le variazioni congiunturali torneranno positive. Il 2013 si chiuderà con 1 milione e 482mila Ula occupate in meno rispetto a inizio 2008 (-5,9%)”. “La flessione dei livelli di Pil – spiega il Csc – nella seconda parte del 2011 ha interrotto la ripresa della domanda di lavoro che era iniziata a fine 2010? e “le Ula hanno cominciato a ridursi nel terzo trimestre del 2011 e nel primo trimestre del 2012 hanno toccato un nuovo punto di minimo dall’inizio della crisi (-1 milione e 276 unità rispetto a inizio 2008; -5,1%). Un vuoto occupazionale che, appunto, si amplierà nei prossimi trimestri, dato che la contrazione delle Ula non si esaurirà prima di metà 2013.

Cliccare qui per leggere/scaricare il testo integrale del rapporto (formato pdf)

Lucca, 29 giugno 2012

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