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Una stagione nuova, i partiti comprenderanno?

 

Di Antonio Rossetti

 

A Lucca, Cresce il numero delle

ASSOCIAZIONI, segno di vitalità sociale.

La nascita di numerose associazioni è da valutare in modo positivo, non solo in generale, ma anche se l’attenzione  e l’impegno sono rivolti ai grandi temi, che sono alla base delle formazioni politiche, i partiti.

 

Lucca, in occasione delle elezioni del 6 e 7 maggio 2012, conterà un numero di liste civiche, o definite tali,  superiore alle precedenti consultazioni amministrative e di ciò dovrebbero discutere, se sono interessati a riprendere il ruolo che ad essi compete, i partiti presenti a livello nazionale ed europeo.

Le associazioni e le liste civiche, di fatto, tendono a ricoprire spazi e funzioni che i cittadini considerano importanti.

L’alternativa alla presenza di gruppi e movimenti “civici” è l’astensionismo, ormai giunto a livelli gravi e preoccupanti.

In sostanza le associazioni che presentano, o sostengono loro liste,  intendono favorire proprio quel recupero di partecipazione  e di proposta che, molti ritengono insufficienti, o comunque carenti ed inadeguate, all’interno dei partiti nazionali.  

Sono esempi negativi i comportamenti  della cosiddetta “casta”, e in generale della classe politica, salvo rarissime eccezioni, che pure in presenza di una grave situazione economica e con pesanti riflessi sulle categorie e le persone, non solo non affrontano con determinazione  l’eliminazione dei privilegi, ma perseguono  l’obiettivo di aggirare comunque  leggi e meccanismi che la  favoriscono, in modo più o meno evidente,  con il massiccio spreco di risorse e l’utilizzo improprio dei fondi pubblici, ancora più irresponsabile in presenza di sacrifici diffusi e pesanti  richiesti   a tutti.

Se la credibilità dei partiti, risultante dal sondaggio del 15 aprile 2012 sul Corriere della sera è del 2,1%, sarà pure da considerare un segnale  senza appello.

Come è possibile immaginare  credibile un “mondo partitico”, in questo caso so bene di  generalizzare, che discute di investimenti speculativi  all’estero, diamanti e prebende, di amministratori che sottraggono milioni di euro da rimborsi  sproporzionati, dopo la beffa del referendum sui finanziamenti pubblici?

Se le liste locali, non di partito, si interessano ai bisogni delle persone, delle loro condizioni sociali ed economiche, della casa, della sanità, della famiglia, della cultura e di tanti altri temi che le persone come cittadini considerano rilevanti e da risolvere, di fatto si sostituiscono alla inadeguata o in molti casi assente attività di partecipazione dei partiti, non solo in occasione delle elezioni, ma durante tutto il periodo del mandato di una amministrazione.

Riprendere i grandi temi del ruolo delle articolazioni dello stato, delle funzioni degli Enti ai vari livelli, per affrontare, in situazioni cambiate nel tempo, i temi del lavoro, della famiglia, dell’impresa, della sanità, è un punto fondamentale per  ripartire.  Si è vero che sono i soliti temi e domani saranno ancora sempre gli stessi, ma lo saranno in condizioni diverse da 50 o 60 anni fa.

La scuola, la famiglia, i mezzi di comunicazione, erano importanti allora come oggi, ma oggi sono diverse le situazioni che si determinano e le soluzioni da proporre.

Non c’è da stancarsi nel discutere  argomenti  che si presentano in modo nuovo seppure sono presenti da tempo, si può dire da sempre,  i bisogni primari erano  considerarti  in un ordine diverso di valore, ma sono ancora impellenti, per  molte persone e molte famiglie, nonostante un benessere che è diffuso.

I partiti sono importanti per la società e per la democrazia, ma chi ha cariche di responsabilità nei partiti se non è in grado di comprendere che sono necessari comportamenti diversi e, soprattutto,  che è necessario  riaprire il percorso virtuoso dell’adesione, della partecipazione alle scelte e alla gestione democratica della rappresentanza, è il primo responsabile dei guasti nella società.

La trasparenza, che viene chiesta da parte di tutti i partiti agli altri soggetti istituzionali e ad aziende pubbliche e private, non è credibile se nei fatti il comportamento dei partiti  è quello del quale sono pieni i mezzi di informazione in questi ultimi giorni.

In sostanza l’antipolitica non è da ricercare nei gruppi e movimenti che  si formano per raccogliere le  istanze politiche e  trasformarle in proposte, in questo caso a livello locale, ma sono proprio coloro che non hanno compreso che,  senza cambiamenti visibili e concretamente  definiti, l’alternativa a nuove forme di partecipazione è l’ antipolitica tradotta in astensione, già gravemente e largamente diffusa e la protesta dilagante. 

La presenza delle liste e gruppi civici dovrà continuare per dare forza alle istanze di rinnovamento della politica e dei partiti, se questi saranno capaci di capire il cambiamento  e governarlo con il consenso dei cittadini, sarà un bene per il Paese.

 

Lucca, 17 aprile 2012

 

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