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Crisi in Europa. potere economico trasferito in Oriente, l'Occidente recuperi competitivita'

Intervista di Antonella Palermo a Ettore Gotti Tedeschi

Il declassamento del debito di numerosi Paesi europei, tra cui Francia, Italia e Spagna, deciso dall’agenzia di rating Standard & Poor’s, ha messo in allarme i governi del vecchio continente. Ma cosa sta succedendo in Europa?
ecco le risposte di Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior.

R. - La mia risposta è molto semplice: siamo di fronte ad un nuovo ordine mondiale, in cui il potere economico è stato trasferito dall’Occidente all’Oriente. È evidente che l’Europa, come tra l’altro gli Stati Uniti, ne sta soffrendo. Non è “K.O.” come Europa politica, ma dal punto di vista economico, è in grande difficoltà.

D. - Sono stati esagerati i commenti alle classifiche dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, che ha declassato Italia, Francia, Spagna e altre sei nazioni europee?

R. - Che tipo di valutazioni potrebbero mai dare, le società di rating, su un sistema occidentale, che negli ultimi 25 anni, ha spaccato il mondo in due, tenendo in Occidente soltanto un’attitudine consumistica, creando quindi un’area economica di consumi, trasferendo sostanzialmente, grandissima parte delle produzioni, in un altro emisfero? Abbiamo spaccato il mondo in due, dobbiamo rendercene conto.
Abbiamo creato un mondo di consumatori in Occidente, e di produttori non ancora consumatori, in Oriente. Ora è ovvio che quando in questa crisi, che è stata creata a debito, il debito non viene tenuto in piedi, non è più sostenibile con il sistema, il mondo si ritrova che il mondo occidentale che non ha più le caratteristiche della ripresa economica della crescita, che sono state trasferite da un’altra parte. Che cosa dovrebbero mai dire le società di rating? Che siamo bravi, soltanto perché facciamo quattro manovre che tendono a ridurre la spesa pubblica? È chiaro che le agenzie di rating dovrebbero, semmai, spiegare meglio, ed essere più consapevoli della gravità degli effetti e delle conseguenze dei rating che danno. Dovrebbero spiegare molto meglio. La società di rating dovrebbe anche fornire indicazioni -secondo me- come fanno gli auditor che ti dicono ad esempio: “Il suo bilancio lo certifico a queste condizioni”, e nelle condizioni, ti dicono che cosa si dovrebbe fare per avere una crescita del rating. È evidente che le agenzie di rating, prescindendo che siano tutte americane, prescindendo che qualcuno sospetti che siano a supporto dell’esigenza del mondo Nordamericano, di competere con l’Europa nel collocamento del debito: sappiamo, infatti, che gli Stati Uniti hanno nazionalizzato il debito dei privati, e questo conseguentemente adesso questo debito che non è sostenuto dalla Fed, compete con il debito europeo nei collocamenti. È evidente che il sospetto, che le agenzie di rating, penalizzino il debito europeo ci sia; però prescindendo da questo sospetto, che cosa mai dovrebbero dire le agenzie di rating?

D. – Lei è d’accordo con quanti affermano che linea politica di Merkel e Sarkozy stia portando al suicidio dell’Europa?

R. - Il nostro è un problema europeo, è un problema di competitività. Oggi il mondo è cambiato, siamo di fronte ad un nuovo ordine mondiale, dove i prodotti più importanti, il 60-70 percento dei consumi totali ormai sono producibili in un’area geografica dove costano meno. Il nostro sistema occidentale è costoso, quindi noi dobbiamo -se vogliamo competere per poter avere occupazione, per poter avere una presenza produttiva a livello mondiale- ritrovare la nostra competitività. È chiaro che non esiste la competitività europea. Esiste la competitività italiana, la competitività spagnola, francese, tedesca... Conseguentemente all’interno di un’Europa che ha una moneta, ma non ha un sistema di governo dell’economia, chi è più bravo soffre nei confronti di vedere chi è meno bravo.

D. - Tra alcuni giorni Merkel, Sarkozy e Monti si incontreranno a Roma. Qualcuno dice che le premesse di un altro venerdì nero ci siano tutte. Lei come guarda a questo vertice, che auspici esprime?

R. - Ovviamente non so quali siano l’ordine del giorno e l’agenda. So solamente quello che ci metterei io in agenda, se fosse possibile poter proporre..In questa agenda, noi dobbiamo scrivere che la cosa più importante è la ripresa economica del sistema europeo. Inoltre, in questo incontro dobbiamo spiegare che è il mondo occidentale che deve riavviare l’economia, e quindi non basta l’Italia da sola o l’Italia e la Spagna … ma l’Europa e gli Stati Uniti insieme, perché quello che ci ha portato progressivamente in questa situazione di difficoltà è stato un sistema occidentale tra Stati Uniti ed Europa, quindi l’uscita deve essere concordata fra Stati Uniti e l’Europa. E cosa si deve concordare? Si deve concordare il sistema di rilancio della nostra economia per ritrovare la competitività.

D. - Si apre la settimana delle liberalizzazioni in Italia, i malumori sono consistenti: in che misura serviranno?

R. - Prima di tutto bisogna vederle: bisogna vedere cosa si intende, come vogliono farle, e con quali caratteri. Il rischio è che in Italia ci portino via il sistema industriale: il prezzo con il quale oggi si può acquistare un sistema industriale finanziario in Italia è a supersconto. Il grande rischio è che noi ci vediamo sottrarre il sistema industriale e questo non ci permetterebbe di controllare due cose: l’investimento del risparmio e l’occupazione.

(da www.radiovaticana.org - 19 gennaio 2012)

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