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Standard&Poor’s declassa il rating di nove Paesi europei nonostante i lievi segnali di ripresa

Comunicato Fucinaidee

Un tempismo sospetto - Anche la Cina scende in campo sollevando dubbi sulla credibilità dell’agenzia

Con perfetto e sospetto tempismo è arrivato l’attacco. Proprio mentre i mercati mostravano segnali di lieve ripresa, grazie anche all’allentamento delle tensioni sui titoli di Stato, Standard&Poor’s ha declassato il rating di nove Paesi dell’Ue. Decisione in parte attesa, ma che potrebbe avere l’effetto di un durissimo colpo per l’Europa impegnata nella lotta contro la crisi. Pechino stessa ha sollevato dubbi sulla credibilità delle agenzie.

L’agenzia americana ha tolto la tripla a alla Francia, declassato di due gradini l’Italia (portandola da a a bbb più), e tagliato la valutazione del debito di Spagna, Portogallo e Austria. Promossa soltanto la Germania, che mantiene il rating aaa insieme a Olanda, Finlandia e Lussemburgo. La decisione di tagliare il rating di ben nove Paesi europei sui sedici sotto osservazione — oltre a Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Austria sono finiti sotto la scure dell’agenzia americana anche Cipro, Malta, Slovacchia e Slovenia — è motivata con quelle che vengono giudicate le «insufficienti» misure adottate dai Governi. Una lettura criticata dalla Commissione Ue.

L’ufficialità della decisione è arrivata ieri in tarda serata, ma i mercati avevano già pesantemente risentito delle voci circolate nel pomeriggio. Affossati dunque Borse ed euro: la moneta unica si è attestata a 1,2656 dollari, ai minimi da sedici mesi. Piazza Affari è riuscita a recuperare qualcosa, chiudendo però a meno 1,2 per cento. A balzare in avanti sono stati invece gli spread.

Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha annunciato che nelle prossime settimane saranno prese forti decisioni per rilanciare la crescita: lo ha riferito l’Eliseo in una nota. Il presidente ha avuto una riunione straordinaria con il primo ministro, François Fillon, il ministro dell’Economia, François Baroin, e il ministro del Bilancio, Valérie Pécresse.

Il nostro presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, ha dichiarato che «a essere colpita è l’Europa e la risposta dovrà essere europea soprattutto per sostenere gli sforzi nazionali in favore della crescita e dell’occupazione». Standard&Poor’s ha tuttavia riconosciuto l’importanza delle recenti misure varate dal Governo: «Il contesto politico indebolito a livello Ue — si legge nella nota dell’agenzia — è controbilanciato da una capacità domestica più forte dell’Italia di implementare politiche economiche per mitigare la crisi».

Difficile dire se quella di Standard&Poor’s sia un’azione politica, uno stratagemma americano contro l’eurozona (in effetti, la stessa agenzia ha declassato il rating a stelle e strisce la scorsa estate) o l’ennesima rivalsa degli speculatori. Nonostante il frastuono, Standard&Poor’s non dice nulla di nuovo: l’Europa ha bisogno di crescere. Subito.

14 gennaio 2012

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