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MYANMAR: FORZA ITALIA PRESENTA UNA MOZIONE IN CONSIGLIO COMUNALE

Gruppo Consiliare Forza Italia - Lucca

Sarà discussa nella seduta del Consiglio comunale di Lucca di martedì prossimo, 2 ottobre, la mozione di solidarietà al popolo birmano presentata dal Gruppo consiliare di Forza Italia, in accordo con il Comitato comunale.
La mozione, illustrata nella conferenza dei Capigruppo di questa mattina dal Capogruppo Franco Fabbri, verrà presentata anche in tutti i consigli circoscrizionali.

“Forza Italia è al fianco del popolo birmano oppresso da anni da un duro e crudele regime dittatoriale e oggi vittima di una spietata repressione. Abbiamo ritenuto di manifestare questa vicinanza con un atto politico che:
1) condanna ogni tipo di azione repressiva da parte dei militari locali tesa a minare il principio di libertà di espressione e di democrazia;
2) impegna il Governo italiano ad adoperarsi, nell’ambito del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e in tutte le sedi internazionali competenti, affinché sia garantita la piena facoltà di espressione a tutti gli esponenti della Lega nazionale per la democrazia in Birmania;
3) impegna il Governo italiano a sollecitare le autorità governative della Birmania al rispetto dei diritti umani universali e al riconoscimento del diritto del popolo birmano alla libertà e all’autodeterminazione.”

Testo della mozione.

IL CONSIGLIOCOMUNALE DI LUCCA
CONSIDERATO quanto sta accadendo in Birmania dove da giorni è in atto la condivisibilissima protesta pacifica dei monaci buddisti;

VISTA la situazione delicata che si e' venuta a creare in un Paese dove in maniera sistematica vengono violati i diritti civili e dove la leader dell'opposizione democratica che vinse le elezioni, Aung San Suu Kyi, e' vittima di un sopruso politico che viene perpetrato ormai da molti anni;

CONSIDERATO CHE:
* Il 15 agosto è stato raddoppiato, senza preavviso, il prezzo del diesel e quintuplicato quello del gas naturale paralizzando il trasporto pubblico nell'ex capitale Yangon.
* Il 23 agosto sono stati effettuati gli arresti di tredici dissidenti che rischiano fino a vent'anni di carcere.
* Il 28 agosto, dopo due settimane di proteste organizzate da attivisti e gruppi di opposizione al regime, per la prima volta si uniscono alle manifestazioni anche i monaci buddhisti che si mettono alla testa di un corteo nella citta' nordoccidentale di Sittwe.
* Il 5 settembre i militari sparano colpi di avvertimento per fermare cinquecento monaci che manifestavano a Pakokku, 600 km a nordovest di Yangon
* L’ 11 settembre: i monaci minacciano di continuare la protesta fino a quando la giunta non chiederà l'intervento di Pakokku.
* Il 16 settembre sono stati arrestati a Sittwe due monaci.
* Il 23 settembre: i monaci in corteo sostano davanti alla casa del premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi, icona del movimento democratico, che da anni agli arresti domiciliari si mostra in pubblico e prega con i buddisti.
* Il 20 settembre: dopo tre giorni di barricate, a circa cinquecento monaci e' permesso di entrare a pregare nella pagoda di Shwedagon, a Yangon, il luogo dove sono custodite le reliquie più sacre del Myanmar
* Il 23 settembre anche monache buddhiste aderiscono per la prima volta alla protesta dei confratelli nella pagoda di Shwedagon.
  * Il 24 settembre: in centomila manifestano nell'ex capitale
* Il 26 settembre durante degli scontri sono rimasti uccisi cinque monaci e 100 feriti per mano della polizia militare

CONSIDERATO CHE è la più grande dimostrazione dal 1988, quando la giunta militare prese il potere stroncando nel sangue una rivolta studentesca;

CONSIDERATO CHE i diritti umani fondamentali - come riconosciuti dalla nostra Carta costituzionale, sanciti dalle Dichiarazioni delle Nazioni Unite e richiamati nel Trattato per la Costituzione dell’Europa - rappresentano l’orizzonte comune dei popoli di tutto il mondo e devono costituire un riferimento costante per la politica internazionale e, in particolare, per l'iniziativa dei governi democratici nei confronti dei Paesi in cui tali diritti sono disconosciuti e conculcati;

CONSIDERATO CHE il diritto alla libertà in tutte le sue manifestazioni, dal diritto di parola al diritto all’istruzione, alla salute, alla partecipazione alla vita pubblica, deve infatti ritenersi un bene universale che non conosce confini geografici, in quanto appartenente all’intera famiglia umana e al futuro delle nuove generazioni;

CONDANNA

Ogni tipo di azione repressiva da parte dei militari locali tesa a minare il principio di libertà di espressione e di democrazia;

IMPEGNA

Il Governo italiano ad adoperarsi, nell'ambito del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e in tutte le sedi internazionali competenti, affinché sia garantita la piena facoltà di espressione a tutti gli esponenti della Lega nazionale per la democrazia in Birmania;

a sollecitare le autorità governative della Birmania al rispetto dei diritti umani universali e al riconoscimento del diritto del popolo birmano alla libertà e all'autodeterminazione.

Lucca, 28 settembre 2007

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