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Politica fiscale tra polemiche e morale civica.

di Marzia Donati

La politica fiscale da sempre al centro dell’attenzione di tutti i cittadini è stata negli ultimi mesi fonte di innumerevoli ed accesi dibattiti all’interno del panorama politico italiano.
In campagna elettorale l’attuale governo Prodi prometteva la riduzione delle tasse, promessa che purtroppo non è stata rispettata. Sono aumentate le imposte e insieme a queste sono aumentate anche le lamentele e il malcontento dei cittadini tutti.

Dati statistici affermano che i consensi originariamente a sostegno dell’attuale presidente del consiglio, stanno vertiginosamente scendendo. Se andassimo al voto oggi, sarebbe sicuramente lo schieramento del Cavaliere a vincere.

Alcuni politici del centro destra, in risposta al clima di negatività che si sta sviluppando all’interno del paese e forse anche a causa delle ultime ondate di calore (che in alcuni casi infastidiscono la salute mentale di molti) propongono scioperi fiscali, proteste o ribellioni come strumento di frenata all’operato del governo del primo ministro bolognese.
I membri della Lega confermano la raccolta di firme dei cittadini contro il fisco, senza ricordare che l’articolo 75 della costituzione non ammette il referendum per leggi tributarie o di bilancio, una raccolta che quindi potrebbe risultare inutile.
Le proposte del leader del carroccio producono critiche da parte di entrambi gli schieramenti politici, che definiscono inappropriato l’atteggiamento del leader leghista.

Il problema della pressione fiscale non è sentito solo dai singoli cittadini ma anche dalla maggior parte delle imprese. L’Italia, infatti, sta subendo un forte calo di investimenti esteri, solo un misero 2,2% contro l’8% del Regno Unito, il 5,9% della Francia e il 5% della Germania.
Questi dati vengono commentati dal presidente di confindustria che li definisce allarmanti. Montezemolo, infatti, propone una “Tregua Fiscale” ovvero una riduzione delle imposte, in primis per le imprese, affinché esse siano rese più competitive e possano creare maggior crescita e quindi maggiori benefici a cominciare da chi nelle imprese lavora.

Da qui il delicato problema dell’evasione fiscale. Sono in troppi ormai a sfuggire al fisco e coloro che pagano le peggiori conseguenze sono spesso lavoratori onesti che, con rinunce e sacrifici, pagano tasse sempre più alte non solo a causa di interventi governativi di carattere economico ma anche a causa degli innumerevoli evasori.

Ma se il peso delle imposte fosse meno incidente, il fenomeno evasivo si ridurrebbe? Le opinioni a riguardo sono le più disparate. Per alcuni il fenomeno evasivo è da considerarsi come un male cronico sempre presente all’interno di una società indipendentemente dalla situazione economica in cui nasce.
Per altri una tassazione più “umana” porterebbe sicuramente alla diminuzione del fenomeno.
Al riguardo Montezemolo propone che per ogni euro recuperato all’evasione sia destinata un’equivalente riduzione delle tasse su imprese e cittadini:” Pagare tutti per pagare un po’meno “.

Altra fonte di polemica, sempre sul versante economico, è il problema dei costi della politica.
Sapendo quali siano le retribuzioni dei politici e quali i loro privilegi, la classe politica italiana viene ormai criticata da decenni, accusata di inefficienza e di inadeguatezza nel compiere il proprio mestiere.
Negli ultimi mesi sempre sul versante dell’evasione, iniziano a svilupparsi dubbi su come si comportano i nostri amministratori riguardo alla dichiarazione dei redditi e su quali potrebbero essere le soluzioni relative ai loro eccessivi guadagni: Ma dichiareranno realmente ciò che guadagnano? La ricchezza relativa ai loro stipendi, e a tutto l’apparato burocratico che ruota intorno ai loro uffici, potrebbe essere ridistribuita in modo da sanare situazioni economiche difficile? Pagare meno i politici e destinare una parte dei loro stipendi per le esigenze dello stato, senza far ricadere la spesa sempre su cittadini ed imprese, potrebbe essere una buona soluzione?

Anche qui la nota polemica è evidente. Ma questo è ciò che si respira. Inizia a instaurarsi quindi un clima di diffidenza generale verso tutti e verso tutto, anche in situazione dove magari non vi è ragione di dubitare.

In realtà, a mio parere, il problema di fondo sta sì nell’aumento delle imposte, ma soprattutto nella mancata corrispondenza di servizi efficienti che soddisfino le esigenze della collettività. Il settore dei servizi in Italia è fortemente inefficiente. I cittadini italiani pagano più degli altri in cambio di servizi inferiori alla media.
Pagare le tasse è prima di tutto un dovere che dovrebbe essere condiviso da tutta la collettività, ma credo che saremmo tutti più sereni e meno polemici riguardo alla questione, se vedessimo come risposta una buona sanità, degli efficienti mezzi di trasporto, ottime scuole ecc.

Credo sia per tutti doveroso riflettere seriamente su questi punti.

Riguardo alla piccola ma grande realtà lucchese, mi permetto di fare il mio più sentito augurio di buon lavoro alla classe politica da qualche mese alla guida dell’amministrazione civica, fiduciosa di vedere amministrare la nostra bella Lucca nel migliore dei modi, a dimostrazione che la classe politica italiana non è solo da criticare ma anche da stimare. Sono certa, considerando sia il programma che la preparazione dei nostri attuali amministratori, che non verremo certo delusi.

Lucca, 8 settembre 2007
Marzia Donati

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