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Riflessioni sulla gestione del Servizio idrico: lettera aperta di Roberto Davini, Presidente GEAL.

Roberto Davini

Carissimo Paolo,
come ti avevo promesso ti invio questa breve nota circa l’annoso problema della gestione delle acque.

Pur avendo passato molto del mio tempo,in questi sette anni di presidenza della Geal, per cercare di salvaguardare il patrimonio aziendale che ci era stato affidato è doveroso da parte mia fare alcune riflessioni che ti sottopongo:
abbiamo avuto ragione a salvaguardare la Geal perché il progetto di costituire GAIA, in mancanza di presupposti di equilibrio economico finanziario,avrebbe prodotto quello che sta accadendo sotto gli occhi di tutti,tariffe alle stelle servizio non efficace,investimenti non all’altezza delle necessità del territorio.
Abbiamo facilmente pronosticato, che una società di gestione costituita dai comuni e un autorità di controllo l’ATO dove gli stessi comuni sono soci,avrebbe determinato una strana commistione di interessi tra controllori e controllati con la conseguenza che la gestione sarebbe stata fallimentare per i cittadini.

Però c’è un però,non possiamo pensare in futuro a gestire il Sii su un territorio ristretto a un solo comune.
Le risorse per fare investimenti importanti per il futuro si possono trovare solo se si gestiscono grandi numeri di utenti,come dicono gli economisti :
senza massa critica non si creano sinergie per i risparmi di gestione e di conseguenza non si possono trovare le provviste finanziarie necessarie a investimenti strutturali di lungo respiro.

Quindi abbiamo avuto ragione sino ad oggi,infatti abbiamo salvaguardato da soli contro tutti (anche contro qualche amico) il patrimonio dei cittadini investito in Geal (52%),ma da qui bisogna ripartire a ragionare, forti di una vittoria anche se molto parziale.
Credo che il futuro non stia nella gestione del servizio,che prima o poi sarà privatizzato per gara o di fatto privatizzato accettando dei patti parasociali tutti sbilanciati verso un socio privato,ma bensì nell’Autorità di controllo.
Gli ATO infatti avranno dimensioni sempre più grandi,le risorse idriche infatti non sono distribuite omogeneamente su tutti i territori,ma solo in alcune parti di essi geologicamente favorevoli,ne consegue che i piani di ambito dovranno tener conto in maniera unitaria, dove sono allocate le risorse e i territori che da queste dipendono e dipenderanno sempre di più.

Dovremo fare in modo che il nuovo ATO della Toscana occidentale abbia sede a Lucca.
Lucca infatti ha il 33% delle risorse idriche della Toscana e solo il nostro territorio potrà in un prossimo futuro garantire lo sviluppo urbano, industriale e agricolo di una vasta area che comprenderà anche la provincia di Pisa,Livorno e parte di Pistoia (Pescia , Montecatini).
Dobbiamo avere una presenza importante in questo ATO allargato, per poter salvaguardare le nostre risorse idriche e nel contempo essere noi voce importante per predisporre gli investimenti strutturali che andranno sicuramente a trasferire acqua dal territorio lucchese a zone molto più vaste.

Molto altro avrei ancora da raccontarti,ma credo che avrai da interessarti di molte altre cose.
Un abbraccio e un saluto

Lucca, 27 aprile 2007
Roberto Davini

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