logo Fucinaidee

Giovani e lavoro quali prospettive?
Uno studio evidenzia che anche a Lucca il lavoro arriva a 30 anni
Favilla: “Necessario l’equilibrio fra flessibilità e stabilita'

Di Barbara Di Cesare

“Giovani e lavoro, quali prospettive?” Se ne è discusso questa mattina (sabato 10 febbraio) al convegno organizzato dai “Giovani UDC” lucchesi, moderato da Eliseo Biancalana.

Ad aprire gli interventi il consigliere regionale Udc, Giuseppe Del Carlo, che ha sottolineato come la questione del lavoro interessi anche le famiglie e ha inquadrato il problema in un ambito europeo.
Nicola Giuntini ha sottolineato invece come per “molti ragazzi il lavoro sia una speranza, per altri un miraggio. E – ha detto il rappresentante dei giovani Udc –, non possono mettere su famiglia e comprare casa”.
“Ad aggravare la situazione – ha aggiunto Malfatti – un neo lavoratore pensa che in futuro non avrà nemmeno la pensione”.

Secondo una recente ricerca, riportata da Piergiorgio Sciacqua, coordinatore del centro studi nazionale del Movimento cristiano lavoratori: “Anche a Lucca – ha affermato – il tasso di occupazione cresce ma non determina un fattore positivo per i giovani: il momento del primo lavoro è molto ritardato e si aggira intorno ai 30 anni, mentre l’età giovanile si è allungata fino a 35 anni. Precarietà e flessibilità sono diffuse”.

Fra i partecipanti anche Mauro Favilla, candidato sindaco dei movimenti moderati, con l’appoggio della lista civica Governare Lucca e dei partiti del centrodestra: “Troppo spesso i giovani restano frustrati – ha sottolineato –: dopo anni di preparazione si trovano con il mancato inserimento nel mondo del lavoro oppure con infiniti impieghi a termine. Le amministrazioni non possono ignorare queste problematiche, perché anche loro hanno approfittato dei contratti a progetto.
Oggi viviamo fra due estremi: trovare un’occupazione precaria senza aspettative per il futuro, oppure un lavoro stabile che permetta di guardare avanti. E’ necessario invece trovare un maggiore equilibrio fra le esigenze della flessibilità e della stabilità. Impronterò il mio impegno amministrativo in questo senso, guardando ai giovani uomini e alle donne, e impegnandomi anche nell’aiuto necessario alle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, sotto forma anche di nidi e asili”.

A presentare la prospettiva del sindacato è stato Giovanni Bolognini: “La differenza fra precarietà e flessibilità è nelle tutele – ha evidenziato il segretario provinciale della Cisl -, per questo il nostro sindacato si sta battendo per una rimodellazione degli ammortizzatori sociali che corrispondano meglio alla realtà”. Per la Cisl, i dati statistici che vedono migliorare il quadro lavorativo in provincia, per giovani e donne, non corrispondono alla realtà.

Giovanni Marraccini ha invece presentato l’ottica di un giovane imprenditore: “Si possono cogliere le occasioni dei fondi per mettersi in proprio – ha sottolineato –, anche se vengono richieste garanzie patrimoniali e di fatto, possono cogliere queste possibilità non i giovani imprenditori, ma i figli dei vecchi imprenditori”.

Per la Generale Industrielle spa agenzia del lavoro, sono intervenuti Giuseppe Beretta e Lucia Brando: “Riceviamo oltre 600 curriculum al mese, e nel 30% dei casi, anche a Lucca, i contratti a tempo determinato si trasformano in vere assunzioni”.

Roberto Olivato, responsabile del Movimento pensionati ha sottolineato come: “Per fortuna ci sono i nonni che con le loro pensioni si trasformano nelle banche delle famiglie”.

A stilare le conclusioni il senatore Udc, Nedo Poli: “Attualmente, con il governo Prodi – ha sottolineato – le commissioni lavoro non stanno facendo niente. Ci dicono che si farà l’azzeramento della legge Biagi, la riforma delle pensioni e tante altre cose e invece non fanno niente. Il governo è da mesi impegnato solo sui Pacs, senza guardare alle reali esigenze del paese che ha bisogno di vere politiche di rilancio economico”.

Lucca, 10 febbraio 2007

Torna all'indice dei documenti
Torna alla prima pagina