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"La stoffa dei nostri sogni" di Franco Cardini

Recensione di Alessandro Bedini

“L’unico pregiudizio oggi accettabile è quello anticristiano e in particolare anticattolico”. A sostenerlo è Franco Cardini, storico di fama internazionale e acuto fustigatore di vizi e vezzi nostrani, nel suo documentatissimo libro dal titolo: La stoffa dei nostri sogni. Contro il Codice Da Vinci e non solo.. (Sassoscritto edizioni, Firenze, 2006, pagg. 125, € 12,00).

Il filo del ragionamento del celebre medievista fiorentino è piuttosto semplice: chiunque si azzardi a mettere in ridicolo istituzioni e personaggi del mondo islamico o ebraico rischia di essere come minimo colpito da una fatwa, nel primo caso, o di essere additato quale antisemita nel secondo. Chiunque invece si impegni a gettare fango sulla Chiesa cattolica e sulle sue istituzioni, o a metterle in ridicolo, non fa altro che esercitare il proprio sacrosanto diritto di critica, di satira e via discorrendo.

L’occasione di una simile riflessione è il “caso” del best sellers di Dan Brown Il Codice Da Vinci. Intendiamoci, Cardini non fa sconti a nessuno: troppo tiepidi i cattolici nell’accettare contumelie e calunnie, troppo deboli, anche se in certi casi ben calibrate, le critiche alla paccottiglia anticlericale che infesta le librerie, poco fermo il loro atteggiamento e scarsa la loro sensibilità ecclesiale. In fondo la secolarizzazione ha colpito duro proprio nel cosiddetto Occidente cristiano e i risultati sono sotto i nostri disincantati occhi.

Ma torniamo al libro di Dan Brown. Il thriller di per sé mediocre, potrebbe essere classificato come uno dei tanti libri di cattivo gusto i cui autori, senza alcun rispetto, scelgono Nostro Signore Gesù Cristo come protagonista di una intricata vicenda giallo-nera. Ma la cosa veramente grave è che nella prefazione alla prima edizione inglese di The Da Vinci Code viene dichiarato solennemente da Brown “che quel che si scrive è frutto di attenta ricerca e corrisponde alla verità storica”. Il passaggio è stato prontamente cassato nell’edizione italiana, tuttavia il messaggio che è passato consiste nel denunciare come l’attuale Chiesa cattolica non sia altro se non una volgare truffa, che Gesù di Nazareth non è affatto morto in Croce e che anzi si sarebbe sposato con Maria Maddalena, dando origine alla dinastia dei re merovingi che hanno regnato sulla Francia tra il V e l’VIII secolo.
Non solo, la Chiesa primitiva sarebbe stata prevalentemente femminile, incentrata sulla figura di Maria Maddalena, solo con l’affermarsi del cristianesimo costantiniano, Costantino viene definito tout court pagano, si sarebbe affermata l’attuale chiesa maschilista e repressiva fondata sulla credenza in un Dio feroce e vendicativo. Per mantenere questo grande segreto la Chiesa è pronta a qualunque nefandezza.

Che simili tesi propongano la caricatura “di una Chiesa cattolica descritta come si usava nei peggiori romanzacci dell’Ottocento; un’Opus Dei che diventa una società segreta di grotteschi assassini …evidentemente modellata sulla congerie infame di calunnie che tra Sette e Novecento sono state sparse sulla Compagnia di Gesù – scrive Cardini – è un segno dei tempi”, ma che tutto ciò lo si voglia far passare per “verità storica” ha davvero dell’incredibile. “Eppure incredibile ma vero – si rammarica l’autore de La stoffa dei nostri sogni – un sacco di gente abbocca”. Si ha un bel dire che Dan Brown è un plagiaro che ha scopiazzato a piene mani i due libri di Baigent, Leight e Lincoln, Il Santo Graal e L’eredità messianica, i quali mettono in relazione il culto del Graal con Maria Maddalena, il Santo Sepolcro, collocato non si sa come in Francia e la discendenza del Cristo. Anche l’idea della chiesa al femminile non è farina del sacco di Brown. Franco Cardini lo dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio: “egli la prende di sana pianta da due famosi libri dell’antropologa inglese Margaret Murray, The witch-cult in Western Europe, del 1928, e The god of the witches, del 1933.

Quanto all’attenta ricerca storica e all’attendibilità documentaria c’è veramente da mettersi a ridere, tante sono le castronerie contenute nelle 500 pagine del Codice.
Facciamo qualche esempio: nel libro di Dan Brown si racconta la storia dei Templari affermando che fu il papa a condannarli al rogo e le loro ceneri furono sparse nel Tevere. Sappiamo bene che a condannare il Tempio fu il Re di Francia Filippo IV il Bello e che le ceneri dei monaci-guerrieri furono sparse nella Senna. Non solo, nel codice si legge anche che i “documenti del Sangreal” furono recuperati sempre dai Templari per ordine di Goffredo di Buglione, peccato che egli sia morto alcuni anni prima della fondazione dell’ordine. Inoltre il Brown asserisce che furono i Merovingi a fondare Parigi, dimostrando, come giustamente osserva Cardini, “di non conoscere nemmeno i fumetti di Asterix”.
Non va affatto meglio sul piano della teologia. Il nostro confonde, a proposito della figura del Cristo, i rotoli del Mar Morto che sono invece relativi agli Esseni, con i manoscritti gnostici di Nag Hammadi e dice anche che questi ultimi sarebbero addirittura “quelle parti della Bibbia che figuravano nella prima edizione ma non nell’edizione finale”.

E' allora perché credere a un simile cumulo di sciocchezze? Si chiede Cardini.
Perché l’Occidente postmoderno “non credendo più a Dio nemmeno quando Lo invoca per legittimare le sue guerre d’aggressione, finisce col credere a tutto”.

Lucca, 27 novembre 2006
Alessandro Bedini

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