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La dura lotta che ci aspetta.

Di Piero Angelini.

Nell’Unità del 28/09/2006 si legge un articolo sulla vicenda delle future elezioni per il comune di Lucca, di sotto riportato, che è indicativo delle tesi e degli argomenti che ci aspettano in campagna elettorale ( ripresi anche da qualche frangia del centrodestra).
L’articolo è firmato da Valeria Giglioli, che riporta le tesi che circolano correntemente nell’ambiente di Tagliasacchi ( come è confermato del resto da altre fonti) e sono a lui politicamente riferibili.

“Lucca, gli ex-Dc e il miraggio del ‘nuovo centro’.

A volte ritornano. E qualcuno li ha già ribattezzati ‘i dinosauri’. Sullo sfondo delle prossime elezioni comunali a Lucca, che arrivano dopo la débacle del centrodestra e il commissariamento del Comune seguita (sic) alla crisi Fazzi-Pera.
Il valzer delle candidature è iniziato, e sulla scena lucchese si affacciano nomi che rievocano un passato dato per sepolto. Perché a far capolino dalle brume degli anni Ottanta è una coppia che a Lucca ha rappresentato a lungo la punta di diamante dell’omnipresente potere bianco. In primo piano c’è Mauro Favilla, classe 1934, ex senatore Dc alla guida del Comune di Lucca dal 1972 al 1984; di lui si parla ( ma ha confermato la sua disponibilità ) come possibile candidato sindaco di una lista civica che mirerebbe a dar vita ad un ‘nuovo centro’, magari allargandosi a forma analoghe di centrodestra e centrosinistra. A sostenere Favilla è sceso in campo lancia in resta l’ex parlamentare Piero Angelini, classe 1936, ai tempi d’oro capo indiscusso in città della corrente egemone della Dc. Oggi, oltre a lanciare la candidatura a primo cittadino dell’ex collega di partito, si premura di stabilire priorità e condizioni del ‘nuovo centro’, a partire dal confronto con il centrosinistra. Ma, c’è un ma. Perché tale confronto, secondo Angelini, potrebbe avvenire solo se il candidato dell’Unione non fosse l’ex presidente della Provincia Andrea Tagliasacchi ( al quale l’ex parlamentare non risparmia frecciate astiose) che guarda caso è il nome forte in lizza alle primarie del centrosinistra per il Comune. L’unico che in molti ritengono in grado di strappare la poltrona di primo cittadino al centrodestra, dopo i due mandati del forzista eretico Fazzi. Un gioco quello della coppia Favilla-Angelini, che nonostante le profferte rivolte all’Unione, pare insomma molto più funzionale a fare da sponda al centrodestra ormai agonizzante, dopo le polemiche che hanno travolto Pera e la rottura con l’ex sindaco Fazzi….”.

L’articolo merita un commento puntuale.

Nel titolo si parla subito di ex Dc, in tono naturalmente negativo e sprezzante; eppure se qualcuno si rivolgesse a Tagliasacchi nello stesso modo, qualificandolo come un ex Pci, che continua a far politica, dopo la pessima gestione della Provincia, sarebbero in molti, compreso Tagliasacchi, a reagire duramente.

Ora il comunismo non c’è più e neppure i comunisti, anche per merito, se pur modesto, della DC in generale e di molti ex Dc, come me, in particolare; ma cosa è stato il comunismo bisogna sempre ricordarlo, anche nelle piccole cose di casa nostra, perché, se il comunismo non c’è più, una cultura comunista talvolta permane e riaffiora.

Una digressione. Quando Berlusconi parla per esempio dei brogli elettorali dei comunisti, tutti quanti, giustamente, ridiamo. Sarebbe meglio riflettere. Mi ha molto colpito in questi giorni la lettura del nuovo libro di Claudio Velardi ( “L’anno che doveva cambiare l’Italia”), braccio destro di D’Alema e con lui a lungo a Palazzo Chigi, il quale confessa con onestà che era prassi abituale del PCI educare i militanti ai brogli elettorali; ricordando a tal proposito la sua personale esperienza, scrive che nel 1972, dopo una riunione di partito, ‘il compagno Rubino, anziano militante della sezione Primo maggio, mi avviò al master mettendomi uno spezzone di matita tra il dito medio e l’anulare. Lo avrei utilizzato alla prima scheda bianca intercettata” !

Quello che è più noto e che è confermato da molteplici testimonianze, è la tecnica, insegnata ai dirigenti Pci, di attacco ai nemici politici, che andavano denigrati e delegittimati, per meglio batterli.
Questa cultura ancora permane in molti ex comunisti, che, come Tagliasacchi , sono stati a suo tempo comunisti settari; e che se pure hanno imparato le buone maniere ed il baciamano, frequentando i salotti borghesi, regrediscono alla loro antica cultura, quando si sentono minacciati da un qualche pericolo. Le espressioni dell’articolo “ a volte ritornano”, “i dinosauri”, “nomi che rievocano un passato dato per sepolto”, “Mauro Favilla, classe 1934”, “Piero Angelini, classe 1936”, e questi “capo indiscusso della corrente egemone della DC”, sono tutti concetti costruiti, in un crescendo, che non è teso a favorire una discussione serena e un processo di confronto democratico, ma a demonizzare i presunti avversari, e a toglier loro dignità e parola.

Per parte mia, che pur aspiro soltanto a esprimere opinioni politiche, al pari di ogni cittadino, e null’altro, ricordo soltanto che il mio “ritorno” alla politica, dopo tanto tempo, deriva dal fatto che i numerosi processi ( 14 per la precisione) di cui sono stato oggetto ( da Cava Nichila alla Diga del Bilancino, dai Fondi Fio per i beni ambientali ai Fondi Fio per i parcheggi, dal Bacino del Serchio al progetto Salt 2, ecc. ecc.), innescati soprattutto dalle denunce di Tagliasacchi, segretario del Pds, che, a nome del suo partito, mi aveva indicato come il capo indiscusso di un “intreccio politica-affari” che inquinava la società lucchese (v.per es. La Repubblica del 7/11/1992, p. V) , sono finiti infine nel nulla soltanto dopo 14 anni, mangiandosi però una parte lunga ed importante della mia vita; senza peraltro che, da parte del Tagliasacchi, si sia mai avvertito il dovere morale di chiedere scusa, se non a me, alla città, per le accuse infondate, rivolte a chi ne gestiva le istituzioni e che le hanno travolte .

Quanto alla mia età ( come a quella di Mauro Favilla), ricordo che ho la stessa età di Prodi (e Berlusconi), anche se non mi tingo come lui i capelli; ricordo poi che , alla mia età, Giulio Lazzarini, anche con il mio sostegno oltre che con quello di Tagliasacchi, rivestiva la carica di sindaco di Lucca, indubbiamente con energia e competenza; inoltre Tagliasacchi , dopo che con un accordo di potere simile all’attuale, lo aveva fatto fuori nel 1998, è divenuto sponsor di Lazzarini alle elezioni politiche del 2001, quando questi aveva 74 anni e successivamente alla carica di sindaco del Comune di Lucca nel 2002 quando Lazzarini di anni ne aveva 75. E io non ricordo che qualcuno degli oppositori di Lazzarini, nel centro destra, gente ritenuta generalmente rozza e di poco rispetto umano, abbia mai osato scrivere, per vincere più facilmente, che Lazzarini era un “dinosauro” o si sia spinto a sottolineare come un insulto l’anno della sua nascita, ritenendosi corretto, da parte delle persone perbene, che un avversario dovesse essere valutato, non per la sua età, ma per la sua storia, le sue idee ed i suoi programmi.

Quello che scrive l’Unità è dunque grave, perché rischia di avvelenare il clima elettorale. E’ indice di una tensione, per certi aspetti comprensibile, del fatto cioè che la candidatura di Mauro Favilla fa paura e per questo, a suo giudizio, va stroncata o indebolita prima ancora che nasca, con ogni mezzo.

Una battaglia per la vita, per la vita di Tagliasacchi. Perché Tagliasacchi, che porta appiccicata nella pelle una certa cultura comunista, del PCI è innanzitutto una vittima. Allevato, fin da ragazzino, a far politica al servizio di quello che Gramsci chiamava il nuovo Principe, il PCI, ne è diventato ben presto funzionario e lo ha servito in tutte le evenienze, con la conseguenza che ha dovuto rinunciare ad un lavoro sicuro e ad una professione certa ; è stato costretto a vedere nella politica la sua professione, la sola a cui è stato preparato e che lo può aiutare a vivere, anche con cadute di stile, come è la storia dell’inutile ( se non per lui) incarico regionale, da 75.000 euro all’anno.

I giudizi , riportati sull’Unità del 29/09/2006, costituiscono dunque la premessa di una campagna elettorale aggressiva e poco serena da parte di Tagliasacchi. Sarebbe augurabile un ripensamento.

Lucca, 7 ottobre 2006
Piero Angelini.

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