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Guardiamo oltre gli orizzonti della Casa delle liberta’.

Documento sottoscritto da numerosi esponenti UDC.

 

È con un certo rammarico che assistiamo agli eventi politici di queste settimane. Le aperture di inizio agosto da parte di Berlusconi sulla leadership avevano fatto ipotizzare che vi fosse la possibilità di rinnovare tutto il sistema politico. Si renderebbe necessario ricominciare a fare un po’ di quella "buona politica" che è fatta di moderazione, di mediazione, di rispetto delle istituzioni quale casa comune e comune terreno di confronto (e non di scontro senza quartiere e che quindi non dovrebbero essere aggredite dalla maggioranza di turno).

È per questo, riteniamo, che il presidente Casini ha chiesto un segnale di discontinuità nella gestione politica. Discontinuità che non è solo un fatto di programma ma anche e soprattutto di modo di gestire la "cosa pubblica": quindi di leadership.

La proposta di un partito unico del centro-destra aderente al Partito Popolare Europeo, poteva portare i segni di quel rinnovamento che occorre ed aveva creato molte attenzioni e disponibilità. La chiusura che è seguita con l’arroccarsi sulle posizioni della Lega ha però spazzato via le speranze, perché rinviarne l’attuazione a dopo le elezioni vuol dire affossare il progetto. Ma il bisogno di una svolta e di un’alternativa di centro c’è e rimane inascoltato.

In questa situazione l’UDC deve farsi promotrice, anche da sola, della costituzione di un partito dei moderati con una forte connotazione centrista in continuità culturale con la tradizione cattolico-democratica. Questa è infatti l’area che rappresenta una parte essenziale del paese e che è oggi senza rappresentanza: quell’area che alle scorse politiche si era in larga parte affidata a Forza Italia e che ne è stata progressivamente delusa e che è alla ricerca di una nuova collocazione. Dobbiamo avere il coraggio di abbandonare gli schemi che gli elettori hanno già bocciato e impegnarci a costruirne di nuovi, più rispondenti ai bisogni di oggi. Dobbiamo impegnarci a recuperare un vero rapporto con il tessuto del teritorio, proponendo soluzioni credibili ai veri problemi della gente.

Questo vale sia a livello nazionale che a livello locale visti anche i risultati elettorali delle ultime consultazioni fortemente preoccupanti per la tenuta della Casa delle Libertà. Come a livello nazionale così a livello locale, se non si cambia radicalmente, il confronto con il centro-sinistra è perso in partenza.

A livello locale tutto questo si traduce nel bisogno di guardare oltre la CdL e di cominciare a proporre nuove aggregazioni che possano ampliare la base di consenso. Riteniamo opportuno che l’UDC apra subito un dialogo con tutte le realtà presenti in provincia e si proponga come punto di aggregazione per una autonoma posizione di centro aperta a chiunque sia disponibile. Terreno di questo dibattito potrebbero essere le imminenti consultazioni elettorali per la scelta del presidente della provincia dove l’UDC deve favorire l’indicazione di una forte candidatura di "centro" in grado di allargare l’attuale maggioranza: allargamento necessario se vogliamo sperare in un risultato positivo.

Lucca, 31 agosto 2005

Fabio Pezzini, Andrea Bicocchi, Paolo Razzuoli, Daniele Baroni, Caselli Daniela, Chierici Giacomo, Franco Fanucchi, Mauro Gemignani, Giuseppe Nardi, Claudio Nucci,

Maurizio Vellutini.

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