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UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI DI CENTRO

Secondo congresso provinciale di Lucca

Proposta di mozione congressuale.

 

Nel nostro primo congresso provinciale, sulla scia di scelte ed indicazioni nazionali, accettammo una sfida e facemmo una scommessa: quella di fare di tre realta’ politiche un’unica identita’, piu’ forte e piu’ consapevole del ruolo positivo che avrebbe potuto svolgere nella vita politica della nostra provincia.

Demmo per scontato due scelte basilari: la prima, quella di una convinta collocazione nel centrodestra, come forza democratica moderata, punto di equilibrio della Casa delle Liberta’, in uno sperato reciproco rispetto e patto di pari dignita’; la seconda, quella di poter bene presentare i piu’ alti valori della tradizione cattolico-democratica e della sua storia politica, rifacentesi ai contenuti della dottrina sociale della Chiesa ed interpretata con la passione e con il gusto di chi vuole raccogliere le istanze popolari e proporne le soluzioni, avendo presente l’interesse generale.

Cogliamo quindi l’occasione di questo secondo nostro Congresso Provinciale per fare un primo bilancio dei risultati ottenuti e per sollecitare una riflessione di tutto il partito sulle scelte e sui contenuti cui dovra’ essere improntata la futura nostra presenza politica.

Il momento che viviamo e’ particolarmente complesso, sia in riferimento alla vita nazionale, sia per quanto e come viviamo la situazione politico-amministrativa nella nostra provincia.

Gli obiettivi che ci eravamo posti al primo congresso erano alti e grandi e la nostra azione qualche risultato l’ha certamente ottenuto. Oggi il partito e’ piu’ coeso, si stanno superando anche tra noi gli steccati delle tre originarie componenti, si e’ iniziato a ragionare e a viverci come un "unicum". Il cammino e’ iniziato, siamo cresciuti in Provincia ovunque, nella considerazione e nel consenso della gente. Lo testimoniano anche i risultati delle consultazioni elettorali che si sono succedute sempre con una nostra progressione di consensi.

Dobbiamo ancora crescere nell’apprezzamento dei cittadini, di molti cittadini, che ci osservano con crescente interesse. Questo, formulando con chiarezza e preliminarmente un programma, che indichi con precisione gli obiettivi da raggiungere, come partito, nei rapporti con la societa’ e il complesso dei cittadini. Ma anche regolando meglio, nell’organizzazione interna, il modo di stare insieme, di crescere e di come utilizzare in pieno le molte risorse presenti.

Dobbiamo riconfermare e rinforzare alcuni fondamentali contenuti del fare e dell’intendere la politica. Quelli che sono stati sempre presenti nella cultura e nella storia dei cattolici democratici. Ricordiamo prima di tutto la dottrina sociale della Chiesa e dei suoi principi, che vanno dalla "Rerum novarum" di Leone XIII attraverso i magisteri di Pio X e Benedetto XV, alla "quadragesimo anno" di Pio XI, fino alle indicazioni di Giovanni XXIII e di Paolo VI ed all’enciclica "Centesimus annus" di Giovanni Paolo II. Vogliamo poi ribadire il nostro essere nel quadro del moderatismo e dell’equilibrio istituzionale, parallelamente ad un impegno ed un entusiasmo nell’operare, che possono trovare linfa solo nell’intendere il ruolo dell’amministratore quale servizio, dedito alla primaria ricerca del pubblico interesse.

Quindi, in prospettiva delle prossime consultazioni elettorali per il governo della Provincia, coincidenti con le politiche, dovremo ricercare il consenso degli elettori con autonome nostre proposte in risposta ai problemi, presenti nella composita realta’ provinciale.

Non vogliamo certo, oggi, fare un quadro completo di tutte le necessita’, ma solo individuare alcuni principi e modalita’ con cui arrivare alla individuazione dei nostri programmi.

Ribadiamo che soggetto del nostro fare politica e’ la persona umana e le sue liberta’. Crediamo che solo una partecipazione cosciente e responsabile dei cittadini alla vita pubblica possa ancora salvare le istituzioni da un disamore ed una sfiducia ormai diffusi nei loro riguardi. Ricordiamo le nostre priorita’, che vanno dalla difesa della famiglia alla solidarieta’ e alla ricerca di una equilibrata diffusione del benessere economico. Va riscoperta la funzione sociale della proprieta’, quindi una politica fiscale piu’ equa, finalizzata alla difesa dei piu’ deboli e che persegua la lotta all’evasione.

Non possiamo non sottolineare come, nella realta’ socio-economica della nostra provincia, si debano meglio perseguire la difesa ed il recupero dell’ambiente, i quali possano garantire le attivita’ economiche che ci caratterizzano quali il turismo e le altre occupazioni nel terziario, l’artigianato qualificato, l’agricoltura specializzata e la piccola e media impresa nei settori tradizionali (edilizia, carta, cantieristica ecc.). Una particolare attenzione dovra’ altresi’ essere riservata al mondo della ricerca e dell’innovazione in tutti i settori. A tal fine, di basilare valore e’ la politica della formazione a tutti i livelli, e la creazione di momenti di incontro fra istituzioni del territorio, mondo universitario e dell’alta formazione e mondo della produzione, nell’intento di favorire quel circolo virtuoso che sappia fare dell’innovazione un vettore di sviluppo, anche raccogliendo le sfide di un mondo sempre piu’ globalizzato.

Tutto questo in un riequilibrato quadro infrastrutturale, efficiente e rispondente alle esigenze di una piu’ diffusa e garantita occupazione.

Un’attenzione particolare va poi posta verso settori, qualificanti la vita dei cittadini, come quelli della sanita’ e del sociale. Vanno garantite la lotta agli sprechi ed il ritorno alla centralita’ del paziente e del soggetto debole nelle attivita’ sanitarie e del terzo settore.

Come garantire tutto questo?

Con un forte recupero del ruolo del Partito su tutto il territorio della provincia.

Un partito che inizi da un tesseramento e da una ricerca di adesioni che siano convinte, dedite, appassionate, rese coese dalla condivisione dei valori fondanti il nostro essere cattolici democratici, aperti a tutti coloro che questi valori condividono.

Dobbiamo ridare credibilita’, forza e capacita’ decisionale alle strutture periferiche del partito. Esse devono ritornare a rappresentare un chiaro e puntuale riferimento per chi opera nel nome dell’UDC nelle pubbliche istituzioni.

Ai nostri organi periferici va pero’ garantita una guida sicura, forte, determinata e convinta delle scelte a livello provinciale.

- Un governo del Partito che garantisca il coordinamento degli iscritti e dei loro rappresentanti, sia orizzontalmente che verticalmente, nella ricerca della partecipazione piu’ diffusa e della condivisione piu’ persuasa della base.

- Un’UDC lucchese che si autofinanzi con una specchiata e palese contabilita’, frutto dei contributi degli eletti, a tutti i livelli, e delle attivita’ economiche da intraprendere.

- Un partito che sappia selezionare i propri candidati e rappresentanti in base alle competenze, alle esperienze e necessariamente alla completa adesione ai programmi e al ruolo guida di esso nell’orientamento delle attivita’ amministrative e politiche.

- Un partito che garantisca il rispetto dell’articolo 3 della Costituzione: "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza e di lingua, di religione, di opinioni politiche, condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere ostacoli di ordine economico e , sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti lavoratori all’organizzazione politica, economica, sociale del paese." Mettendo in atto buone prassi che garantiscano la partecipazione equilibrata di uomini e donne ai processi decisionali, riscrivendo un regolamento dove entrambi i sessi non possono essere rappresentati in misura inferiore ad un terzo nelle liste nei quadri e negli incarichi istituzionali. (vedi recente modifica dell’art. 51 della Costituzione).

- Un partito che sappia stimolare l’impegno politico giovanile, perche’ capace di elaborare strategie politiche chiare, adeguate ai tempi che viviamo, e che possano essere percepite quali risposte idonee a dare speranza nel futuro alle nuove generazioni.

- un partito che valorizzi al meglio il ruolo dei Movimenti giovanile e femminile, che dovranno essere dotati di mezzi e di risorse per consentir loro di svolgere a pieno la propria attivita’.

Uno strumento importante per un consapevole consenso ed un aumento delle condivisioni e’ l’azione formativa degli iscritti e simpatizzanti, la quale deve essere garantita e perseguita dalla classe dirigente in maniera permanente e valida. Promuovere la crescita attraverso momenti di coordinamento, collaborazione ed informazione, quali la consulta degli amministratori e commissioni formate da chi vive esperienze politico-amministrative simili.

Anche nella nostra realta’ provinciale viviamo, ad immagine riflessa della situazione nazionale, uno stato di stallo e di crisi nei rapporti di maggioranza. Il progetto del Buon Governo, che avrebbe dovuto trovare nel leale rapporto tra le componenti la CDL, la ragione della propria forza ed il riconoscimento dei propri elettori, e’ rimasto inattuato. L’accettazione di una pari dignita’ tra tutti gli alleati, pur essendo stata sottoscritta da ogni forza politica della coalizione, si e’ nei fatti dissolta. Solo la nostra coerenza e la nostra lealta’, fino al limite dell’autolesionismo, hanno permesso, finora, una formale tenuta delle alleanze.

Confermiamo la nostra scelta del polo moderato ed altresi’ la nostra alternativita’ alla sinistra, dalla quale ci separano una profonda diversita’ di pensiero sul modello di sviluppo, di rapporto fra stato e cittadino, di valori etici di riferimento, di atteggiamento rispetto ai grandi temi della contemporaneita’, quali la globalizzazione ed il relativismo. Riaffermiamo cosi’ la rivendicazione di un ruolo insostituibile, che non ci puo’ essere negato da alcuno. Non intendiamo essere considerati come alleati pleonastici ed anche scomodi, alla merce’ di decisioni calate dall’alto scranno dei leaders dei nostri amici di coalizione. Vogliamo partecipare alle scelte ed ai programmi, avendo spesso nel passato garantito con i nostri suggerimenti e con impegno e correttezza dei comportamenti, un’azione di governo locale efficace, che ha saputo riannodare il rapporto fra politica, istituzioni e societa’.

Pretenderemo quindi per le prossime consultazioni un rapporto aperto e leale, prima di tutto con i nostri alleati, ma ricercheremo anche consensi ed aggregazioni piu’ ampie con chi, individualmente od in maniera associata, condividera’ i nostri valori etici di riferimento e contribuira’ a scrivere i programmi, orientati alla ricerca di risposte serie e credibili alle esigenze delle nostre comunita’. Reputiamo essenziale, in questo momento storico, la tutela delle istituzioni democratiche. Le vogliamo difendere da chi, in un nuovo concetto bonapartista, tende ad usarle come fossero proprieta’ loro affidate dal consenso popolare. La recuperata, in tal modo, efficienza esecutiva, viene pagata col duro prezzo di una ferita, quasi mortale, alla rappresentanza democratica degli eletti. Ecco perche’ va messa mano alla revisione del TUEL.

Pensiamo che il rispetto dei patti con gli elettori, verificati nel corso delle legislature, il rafforzamento dei mezzi istituzionali per una reale e non formale partecipazione dei cittadini, siano principi irrinunciabili della nostra presenza politica istituzionale.

Chiamiamo quindi a condividere questa visione del partito tutti coloro che, riscoprendo la passione civile, l’impegno e la disponibililta’ a fare, vogliano dare slancio all’UDC lucchese, la quale si riconosca forza moderata e riformista, democratica ed europeista, centrale ed insostituibile, in una coalizione che riesca a garantire la crescita dell’azione politica nella nostra provincia.

Infine ci teniamo a dire la nostra su due temi che, pur nella loro valenza nazionale, ci coinvolgono direttamente.

Il primo e’ quello del Partito nuovo, che potremmo anche accettare se a formarlo saranno le forze che, a modello del PPE, condivideranno prima di tutto un concetto etico della politica e la sua valenza morale, fondato sui principi della democrazia, anche interna, del moderatismo e del riformismo. Non uno strumento di pura propaganda, di tipo plebiscitario, sottomesso a leadership non cresciute nell’esperienza di una vita interna, ma guidato da una dirigenza scelta liberamente da tutti gli iscritti. Un Partito con una convinta anima europeista che si proponga una particolare onesta’ da un punto di vista anche verbale, soprattutto nelle promesse da fare ai cittadini.

Il secondo punto e’ la revisione della nostra Costituzione. Siamo per una riforma costituzionale che adegui questo basilare strumento della convivenza civile del Paese al cambiamento dei tempi. Questa proposta riforma, tutta spostata verso un accentuato Presidenzialismo, o meglio leaderismo, non ci piace. Come non ci piace dover arrivare a modifiche costituzionali con votazioni a colpi di maggioranza. Noi! che stigmatizzammo duramente e giustamente la forzatura fatta dal governo di centro-sinistra sulla modifica del Titolo V, la quale rimane a loro disdoro come un pericoloso e non imitabile precedente. Cosi’ come non ci convince questo bipolarismo, che trova come principale colante delle forze politiche la soccombenza della parte avversa e che sottomette le forze minori della singola coalizione ai diktat del partito maggioritario, con l’unica, per esse, scappatoia del ricatto di far cadere l’edificio, che comunque ospita tutti.

Riconfermiamo il valore dell’alternanza e del bipolarismo, con il ripristino pero’ del proporzionale, sia pure con uno sbarramento del 4-5 per cento, e con la premessa esplicita di u n patto di coalizione di legislatura, il quale trovi le sue basi in un programma condiviso, chiaro e realizzabile nei suoi obiettivi, sia per risorse disponibili, si nei tempi da indicare.

Il compito che noi oggi ci assumiamo e’ importante ed oneroso, come alto e’ l’obiettivo che ci proponiamo: quello di ricostruire in Provincia un partito che, memore dei meriti che la storia della terra lucchese non puo’ non attribuire, dal dopoguerra in poi, alla conduzione della cosa pubblica da parte dei cattolico-democratici, ponga ancora al centro della nostra societa’, come riferimento e garanzia sicuri del Buon Governo.

Per fare questo non puo’ venire meno l’apporto di alcuno di tutti coloro che abbiano a cuore un degno futuro dell’UDC lucchese e con essa di tutta la nostra Comunita’.

 

 

Lucca, 27 luglio 2005

 

primo firmatario: Dottor Fabio Pezzini
(seguono numerose firme di esponenti rappresentativi Udc della provincia di Lucca)

 

 

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